Lucchesini e la CDJ: un Brahms indimenticabile, un Beethoven da sogno

Il concerto di mercoledì al Leone (Foto Renato Greppi)

Gran parte dell’incredibile pubblico presente mercoledì pomeriggio, verso sera, nel cortile del Museo Leone aveva di sicuro negli orecchi la versione discografica leggendaria del Quintetto per pianoforte e archi in fa minore opera 34 di Brahmas di Maurizio Pollini con il Quartetto Italiano: uno dei dischi di musica da camera più famosi di sempre, incisi per la Deutsche Grammophon. E c’era dunque molta curiosità di ascoltare  l’interpretazione che ne avrebbero fornito un grandissimo pianista qual è Andrea Lucchesini (appena ammirato al Civico con Mozart e Chopin) e il giovane Quartetto della Camerata Ducale Junior formato da Giulia Rimonfda e Ivos Margoni al violino, da Vittorio Benaglia alla viola e da Paolo Tedesco al violoncello.

Giulia Rimonda e Lucchesini nella Sonata di Beethoven (foto Greppi)

Giovani sì, ma un vero oceano di talento. Di Giulia Rimonda abbiamo assai poco da raccontare ai melomani vercellesi che ben conosco e adorano la strabilante diciannovenne, violino solista e direttore artistico della CDJ. Occorrerà dunque soffermarsi sugli altri tre musicisti: Paolo Tedesco fa parte della “vecchia guardia” (se così si può dire vista l’età media) della CDJ: torinese, ventenne, è uno strumentista di immenso talento che si sta perfezionando a Salisburgo con Enrico Bronzi; invece sia il violinista romano Ivos Margoni,  ventiduenne, sia il violista lombardo Vittorio Benaglia erano all’esordio con la CDJ; ma entrambi, come Giulia Rimonda e Paolo Tedesco, sono musicisti fatti, già in grado esibirsi con disinvoltura (e l’hanno già fatto) in tutte le sale da concerto ed i teatri d’Italia e del mondo. Due dati personali: Margoni si sta perfezionando all’Accademia di Santa Cecila (dove c’è anche la giovane Rimonda) con la grande violinista italiana di origine armena Sonig Tchakerian, mentre Benaglia sta studiando alla Perosi cn Anna Serova, violista di fama mondiale.

 

Il pubblico (tutti con mascherina) che affollava il cortile del Museo Leone per il concerto

Ecco spiegato perché il Quintetto di Brahms (preparato in soli due giorni, anzi per la precisioneun giorno e mezzo) di mercoledì sera ha entusiasmato il pubblico del Museo Leone e convinto appieno anche lo stesso Lucchesini che adora questo brano dalla nascita così travagliata (Brahms lo compose originariamente per Quintetto d’archi, con due violoncelli, per poi riscriverlo per due pianoforti arrivando finalmente alla versione definitiva dopo tanti ripensamenti) da averlo eseguito almeno una sessantina di volte.

E prima che i fans della Ducale si facessero travolgere dall’emozione senza fine del Quintetto, Giulia Rimonda e Lucchesini già li avevano avvinti con un’esecuzione semplicemente impeccabile e ricca di quel trasporto che solo la musica assoluta può offrire della celebre Sonata n° 5 di Beethoven detta “La Primavera”.

Serata da ritagliare e incastonare, perché no?, in una targa che potrebbe essere affissa nel portico del cortile del Museo di via Verdi: “Qui suonò Lucchesini con la Camerata Ducale Junior – 14 luglio 2021”.

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