Lo sterminio nazista dei disabili raccontato da Gagliano in una grande mostra a Genova

L’immagine-logo della mostra

 

Vercelli – Una delle convinzioni più atroci del nazismo era che ci fossero “vite indegne di essere vissute”. E tra tutte le vite, era considerata “indegna di essere vissuta” quelle delle persone disabili, che così furono tra le prime vittime della Shoah.

Salvatore Giò Gagliano

Per far sì che quei tempi non tornino mai più, il geniale educatore, arteterapista dell’Anffas di Vercelli, nonché fotografo d’arte, Salvatore Giò Gagliano mette in scena dalle 18 di questo pomeriggio alla Torre Grimaldina di Palazzo Ducale, a Genova, una straordinaria mostra fotografica in cui bambini e persone “diversamente abili” dell’Anffas e dell’Associazione “Perdincibacco- Aiutiamoci Odv” vengono collocati in luoghi-simbolo della persecuzione nazista (freddi uffici, senza sedie e con macchine da scrivere tedesche dell’epoca, binari, a rappresentare la destinazione più terribile: Auschwitz) dove il loro sguardo accusatore lancia il messaggio che Gagliano vuole dichiarare con forza e che viene ripreso nelle presentazioni della mostra anche dai presidenti Anffas (Giorgio Guala) e Perdincibacco (Luca Vannelli). “Quei tempi non devono più tornare”. Cento foto che “parlano”.

L’installazione di Gagliano, che entra nell’ambito della dodicesima edizione di “Segrete tracce di memoria – Artisti alleati in memoria della Shoah” si intitola “Project Action T4”: prende il titolo dal terribile progetto nazista che, all’insegna del termine “Ausmerzen” (estirpare) si riprometteva di eliminare con i gas tutti i disabili non prima però di averli utilizzati come cavie umane, per esperimenti di laboratorio disumani.

La mostra, che si inaugura appunto oggi alle 18, resterà aperta fino al 9 febbraio, tutte le settimane dal martedì al venerdì  dalle 15 alle 18,30. Lunedì 27 gennaio, Giorno della Memoria, apertura straordinaria dalle 15 alle 19.

Salvatore Giò Gagliano aveva già preso come modelli diversi ospiti dell’Anffas per collocarli all’interno della rilettura fotografica di opere d’arte famose nel mondo, in una mostra “I volti della passione” che ottenne un successo straordinario, girando in diverse città italiane. Questa volta vengono collocati negli orrori della Storia, nel massimo orrore della Storia, ed il loro sguardo dice tutto e invita a non ripetere quegli errori che portarono alla crescita del nazismo e alla Shoah.

Edm

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