La misteriosa morte di Vittorio Amedeo I di Savoia nell’ultimo “libretto cremisi” di Pino Marcone

Tra pochi giorni compirà 85 anni, e ha appena pubblicato (per le sue sempre care e documentate strenne d fine anno) uno dei suoi tradizionale libretti “cremisi”: si intitola “Bella palla”, ed è tra i più curiosi e originali della sua intera produzione. Perché stavolta “Barba Paulin”, al secolo Pino Marcone, racconta sia un fatto storico di enorme significato per la storia della nostra città (la misteriosa morte dopo una cena nel Palazzo dell’Arcivescovado di Vittorio Amedeo I di Savoia) sia quell’epoca, sia lo sport che dà il titolo al libretto strenna del 2023: la palla corda, che in Piemonte, si chiamava trincotto. E la vicenda si snoda appunto in una casa che dà nell’area dove si praticava il Trincotto: l’attuale via Barnardino Larghi, a Porta Milano: via ben raffigurata, nel libretto  “Bella Palla”, in un’immagine fornita da Vittorio Bosetti.

Protagonista della vicenda, un vercellese che ritorna nella sua città dopo ben quarant’anni trascorsi in Europa, tra Spagna e Francia, e conclusi facendo il bibliotecario di un nobile nel Cantone svizzero di Uri. Vincenzo, questo il suo nome, sarà (indiretto) testimone di quanto avvenne la sera 25 settembre 1637 quando il duca di Crequy, diplomatico e comandante delle truppe francesi, offrì al duca di Savoia una sontuosa cena, al termine della quale molti convitati si sentirono male e furono costretti a rimanere a letto. Vittorio Amedeo non si riprese più e morì tredici giorni dopo a Vercelli alle ore 2 e 30 del mattino del 7 ottobre per una probabile intossicazione alimentare; quella cena costò la vita anche al conte di Verrua, comandante della fanteria sabauda. Si parlò a lungo di avvelenamento, ma la diagnosi ufficiale fu, come annota Marcone nella presentazione della storia, “terzana perniciosa diaforetica”.

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1 commento

  1. Per quel che concerne
    il prezioso volumetto
    .. non resta che fare il possibile
    .. per procacciarselo
    Mi permetto solo di ipotizzare
    una duplice interpretazione
    del titolo .. il quesito
    mi rode
    pur non causandomi, per ora,
    una vera e propria
    “Terzana perniciosa diaforetica”
    !!
    Perché ,”Bella palla” ?
    Perché “bella”? ..checc’entra?
    Non mi convince la spiegazione
    qui fornita (forse da Marcone stesso).
    Penso che vi sia fatto, dall’Autore
    (provvisto di. humor-vercellese
    in forte dose, come si sa)
    l’occhiolino verso una seconda lettura
    un richiamo concernente detta frase
    (molto nota in un certo consesso)
    pronunciata molti anni fa
    da persona ben nota a Marcone
    (e anche a me)
    che la pronunciò verso un “avversario”
    durante una partita di tennis
    (FORSE) per ingraziarsene i favori !

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