Lettere – Consorzio Sant’Andrea: 18 anni d’attività nel settore energia

Riceviamo e pubblichiamo

Il territorio vercellese da sempre ha dato la massima disponibilità alla risoluzione del problema
energetico nazionale. In particolare gli imprenditori fin dal 1998 creando Novenergy hanno tentato di combattere il monopolio per l’acquisto di energia. Nel 2000 hanno creato il consorzio S.Andrea. Ne sono stato presidente fin dalla costituzione, e il Consorzio con la fusione prossima delle associazioni industriali di Vercelli, Novara, Alessandria confluirà nel Consorzio San Giulio di Novara, più grande del nostro che dopo la crisi ha visto ridursi di circa 2/3 la quota annuale di acquisto. Ecco un bilancio di circa 18 anni di attività.

Il primo accordo multi-utility fu stipulato con Edison nel 2000, uno dei primi del genere in Italia. Poi con EON e poi neanche più con produttori con centrali, ma con gruppi che la acquistavano a loro volta.
Le nostre imprese che in questi anni hanno acquistato oltre 2,5 Miliardi di Kw/h, hanno indubbiamente avuto vantaggi economici pur pagando l’energia elettrica oltre il 30% in più dei nostri concorrenti europei. Finché non vi sarà un prezzo unico a livello europeo, difficile sarà competere, specie per il manifatturiero. Gli alti costi di produzione sono attribuibili al fatto che in Italia disponiamo di poche risorse minerarie naturali, che molte delle nostre centrali hanno rendimenti bassi rispetto alle moderne tecnologie di produzione dei cicli combinati ad alta efficienza, all’uso di combustibili fossili come olio e gas naturale invece del carbone, alla mancanza del nucleare, al forte peso fiscale, alla mancanza di una seria e lungimirante programmazione industriale. Anche la Borsa dell’Energia oltre alla separazione tra gestione della rete ed organizzazione del servizio, troppe volte si è rivelata palliativo di reale liberalizzazione e vera concorrenza. Chi non ha sognato di ricevere una bolletta elettrica dall’importo dimezzato?

Rammarico degli imprenditori vercellesi nel non essere riusciti, con amministratori oculati in un territorio unico in Europa per la presenza di tre centrali la Enrico Fermi, la Galileo Ferraris a Leri Cavour, la ex EON di Livorno Ferraris, a dare all’industria e ai privati cittadini energia elettrica a prezzi vantaggiosi che avrebbero fatto della nostra Provincia un’area tra le più industrializzate e quindi con più lavoro d’Italia.

La Enrico Fermi di Trino che nel 1965 era la più grande centrale del mondo ad uranio arricchito, in circa 10 anni di lavoro si calcola abbia prodotto 24,3 TWh. Il consorzio S.Andrea ha comperato in questi 18 anni per le aziende della Provincia oltre 2,5 TWh, cioè l’equivalente della produzione di un anno della centrale nucleare. Il referendum del 1987 ha diviso l’Italia in due fazioni: a favore o contro il nucleare. Di fatto una classe di tecnici che aveva acquisito a livello mondiale know-how ed esperienza è stata azzerata. Se consideriamo le centrali nucleari al di là dei nostri confini, ci rendiamo conto che continuiamo a sopportare gli stessi rischi di chi paga la corrente molto meno di noi.

Il decommisionig prosegue mentre il deposito nazionale di rifiuti nucleari che come indicava Sogin nel 2001 avrebbe dovuto essere operativo nel 2009, non ha ad oggi neppure la localizzazione. Sono necessari sempre “ulteriori approfondimenti”. Da noi si contesta comunque tutto, trincerandosi dietro pur condivisibili a volte ragioni ambientalistiche. No al nucleare, no ai termovalorizzatori, no ai rigassificatori, no ad impianti eolici, no ad impianti fotovoltaici …
Così il progetto per la realizzazione del deposito nazionale dei rifiuti nucleari che in altri Paesi, vicino al nostro, è conteso sempre da più località, per tutto ciò che può comportare in senso di lavoro e risorse per il sito prescelto, da noi non solo non è stato richiesto, ma si arriva al paradosso che anche un progetto come la realizzazione di un centro di ricerca sulla fusione nucleare, il famoso Dtt, ben venga anche a Casale Monferrato, non si capisce perché non possa essere stato richiesto con non solo il favore di tutti, ma con la consapevolezza che forse alla nostra Provincia spettava il diritto di scelta prioritario.

Carlo Piazza
Presidente del Consorzio Sant’Andrea

Love
Haha
Wow
Sad
Angry

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here