Gentile TgVercelli,
Scrivo per raccontare la mia disavventura di questa mattina, in Ospedale a Vercelli, per effettuare un esame Tac che andava fatto, stante la patologia per cui era prescritto, con mezzo di contrasto. Mi reco alle 11, come da appuntamento preso tempo fa, al reparto di radiologia per l’esame. Porto con me tutti gli esami per la mia patologia e la prescrizione della Tac. Arrivo ad avere già inserita la cannula per iniettare, successivamente, il liquido di contrasto. La persona che deve fare l’esame, però, letta l’impegnativa, mi dice che la stessa è stata fatta per una TAC basale e non con mezzo di contrasto. A quel punto chiedo al medico di turno in TAC di poter comunque effettuare l’esame come da appuntamento, dicendo che prima della fine dello stesso il mio medico curante avrebbe fatto pervenire l’impegnativa corretta. Mi viene invece risposto che prima doveva pervenire l’impegnativa e poi, dopo aver rifatto l’accettazione e l’iter per un nuovo appuntamento, avrei potuto effettuare l’esame. A quel punto, poiché avevo numerosi impegni professionali incombenti, che non mi consentivano di trascorrere la giornata in ospedale per pratiche burocratiche, ho annullato l’esame, che effettuerò privatamente in altra struttura.
Purtroppo, tutto ciò accade quotidianamente a molte persone magari con patologie anche più gravi della mia (che già non è uno scherzo). È quindi questa la sanità pubblica del nuovo millennio? È questo il frutto delle grandiose e tanto sbandierate riforme sanitarie? Una direzione aziendale dovrebbe avere come mission principale l’erogazione di servizi sanitari di qualità mettendo il paziente al primo posto nella scala delle priorità; ed invece che cosa abbiamo? Il budget come unico traguardo da raggiungere e la burocrazia estrema come stella cometa.
Ultimo spunto: il costo di tale esame effettuato privatamente è veramente poco più alto del solo ticket. Forse qualcosa non funziona come dovrebbe.
Cordiali saluti
Firma
a.a.
