“L’arco nel buio”: Gilardino ci racconta chi era il pittore Umberto Ravello

La copertina del libro di Angelo Gilardino

Vercelli – Nato a Vercelli il 5 febbraio 1881 e morto il 13 dicembre del 1917 nella battaglia del Monte Fontanel, sul Massiccio del Grappa, da capitano alpino del Battaglione “Val Cenischia” (che eroicamente si oppose all’offensiva austriaca perdendo quel giorno 449 alpini e 29 ufficiali, compreso il Comandante, Raineri Honorati), Umberto Ravello è stato il più grande pittore vercellese vissuto tra Ottocento e il Novecento.

Grande e, fino a pochi anni fa, pressoché misconosciuto anche nella sua città. La sua riscoperta si deve al compositore e chitarrista Angelo Gilardino che, nel 1991, leggendo il libro celebrativo dell’Istituto di Belle Arti di Vercelli, pubblicato alla fine del 1990, rimase colpito da un quadro che vi veniva raffigurato: un’opera, appunto, di Ravello: in essa, Gilardino individuò, fin da quel giorno, e senza conoscere nulla della storia di Ravello (perché nessuno l’aveva ancora scritta), l’ascendenza dell’arte di quel pittore, sino ad mai celebrato nella sua città (eccezion fatta per una grande collettiva dei migliori artisti vercellesi, per lui postuma, del 1922), che doveva  essere individuata nell’opera del grande pittore simbolista Arnold Böcklin, celebre  per l’”Isola dei Morti”.

Da quel giorno, Gilardino si è autoassegnato il compito, anzi la missione, di recuperare la figura e l’opera del pittore scomparso a soli 37 anni, e di tramandarla ai vercellesi e, in generale, al mondo dell’arte. La sua ricerca ha portato alla realizzazione di un libro che si intitola “L’Arco nel buio – Storia del pittore Umberto Ravello” che, edito dalla Litocopy per conto della Fondazione Cassa di Risparmio di Vercelli, verrà presentato venerdì 15 novembre alle 17,30, nella Sala Conferenze della Fondazione Cassa di Risparmio.

Scrive nella prefazione il presidente della Fondazione Fernando Lombardi: “Uno studio che ricostruisce il percorso biografico ed artistico di un interprete originale della pittura di paesaggio moderna, regalandoci parallelamente uno spaccato del contesto storico della sua formazione, ovvero una Vercelli di fine Ottocento”.

Venerdì, dopo il saluto del presidente Lombardi, l’autore converserà con il giornalista Enrico De Maria. L’ingresso è libero.

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