La presidente di Coverfop Linda Barbolan punta sulla formazione di qualità a distanza

Da fine febbraio Coverfop eroga formazione a distanza attraverso la sua piattaforma che si avvale del software Moodle. Da sempre l’Ente investe in tecnologia e la situazione di forzata sospensione delle attività formative in presenza non l’ha colto impreparato. La piattaforma è stata implementata un anno e mezzo fa per offrire agli studenti spazi di studio alternativi, oltre a permettere alle sedi di dialogare con gli iscritti just in tim”.

Così ha commentato la nuova presidente di Coverfop Linda Barbolan: «La stessa piattaforma che stiamo utilizzando anche per le riunioni di consiglio di amministrazione è a disposizione degli studenti. Ho trovato una struttura altamente organizzata sotto l’aspetto informatico e tecnologico. Ciò ci ha permesso di rispondere nell’immediato (dopo poche ore dalla sospensione delle attività in presenza già erogavamo Fad) a una situazione di emergenza e di consentire (le sedi da tempo sono collegate da dorsali VPN) ai dipendenti di optare per soluzioni di smart working. Condividendo server e gestionali di uso quotidiano».

Quando uno studente si iscrive a Coverfop viene automaticamente iscritto anche alla sua piattaforma Fad, anche per sfruttare l’app Moodle che è stata appositamente personalizzata. Non esistono limiti tecnologici all’utilizzo della piattaforma. In termini tecnici si dice che è responsive, cioè si adatta allo strumento che l’allievo utilizza (sia esso uno smartphone, un tablet o un pc). Moodle è uno strumento potentissimo, che traccia gli accessi per aiutare gli allievi a svolgere compiti, a completare lezioni e leggere dispense, a tutorial con chat sincrone. Ed è anche un po’ rompiscatole, perché ricorda le scadenze e cerca di invogliare gli studenti più pigri a svolgere le attività assegnate.

All’interno di Moodle è stata integrata la piattaforma BigBlue Bottom per svolgere lezioni in diretta o webinar. In questi giorni sta maturando l’idea di proporre un calendario di webinar aperti a tutti, che trattino dei vari temi (dalla psicologia alla sommelerie, dalla pasticceria alla medicina, dall’arte all’impegno sociale) che impregnano l’attività di Coverfop. Si partirà tra a fine aprile con il professor Claudio Palumbo (già ordinario di Psicologia del Lavoro a Parma e Torino) che discuterà del suo ultimo libro “Andare oltre ancora”. La formula sarà un relatore e cento invitati: oneOone to talk (40 minuti all’ora dell’aperitivo).

Si tratta di uno strumento altrettanto performante, che consente di porre anche massima attenzione agli studenti con difficoltà di apprendimento. Tutta la piattaforma si basa sul concetto pedagogico del costruzionismo sociale. Per adattarlo alla formazione a distanza potremmo dire che per riuscire a collaborare (volendo ottenere buoni risultati) con gli utenti e anche con i docenti, dobbiamo tenere conto di come ciascuno di noi vede la situazione su cui stiamo lavorando. L’attività che si presta non consiste soltanto nel fornire servizi oggettivi, ma anche nell’entrare in relazione con le conoscenze soggettive delle persone.

«La didattica a distanza – spiega Linda Barbolan – in queste difficili settimane, deve avere almeno due significati. Da un lato siamo chiamati, come comunità educante, a continuare a perseguire il compito sociale e formativo del fare scuola, ma non a scuola e del fare, per l’appunto, comunità. Perché è essenziale non interrompere il percorso di apprendimento come è altrettanto essenziale fare in modo che ogni studente sia coinvolto. Il secondo aspetto deve necessariamente osservare chi della formazione usufruisce. La realtà, che abbiamo anche indagato nel nostro microcosmo, è che vi accedono allievi che hanno in dotazione spesso solo uno smartphone con un numero limitato di giga mensili da condividere in questo momento tra studio e connessione con il mondo esterno. E lo fanno spesso in famiglia con altri fratelli e sorelle e con una famiglia che necessariamente deve convivere con le esigenze di ogni suo appartenente. È questa la vera grande sfida che abbiamo di fronte, al di là del superamento dell’emergenza sanitaria, che avverrà. Dovremo poi impegnarci affinché l’emergenza formativa non sia dimenticata».

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