Vercelli – Sono giornate cruciali per la maggioranza che dal giugno del 2014 regge il Comune di Vercelli. Dopo le dimissioni dei consiglieri del Gruppo Sinistra e Voce LIbera Mariapia Massa e Giorgio Comella, in aperto dissenso con la politica attuata dal sindaco, sarà cruciale per Maura Forte riuscire a sostituire i due consiglieri dimissionari: il Consiglio per la surroga è previsto per le 20,30 del 12 marzo, ma, visti i chiari di luna, questo Consiglio dovrà innanzitutto svolgersi e, in seconda convocazione, sarà indispensabile che la maggioranza riesca a garantirlo con 14 consiglieri, sindaco escluso.
La maggioranza, sindaco appunto escluso, può contare adesso su 15 consiglieri (ovviamente dopo le dimissioni di Massa e Comella), ma tra questi c’è Donatella Capra, del Gruppo Misto, che ha già dichiarato di non voler più prendere parte ai Consigli, tantomeno per garantirne il numero legale. E fanno 14. Ma da voci insistenti si parla di un paio, o anche di un altro dissidente, in grado, con la sua presenza, di garantire o meno lo svolgimento del Consiglio della surroga, visto che la minoranza non in andrà certo a dare una mano al Pd e a Cambia Vercelli.
Pare che, per ora, almeno uno tra i primi escusi, delle liste “Sinistra” e “Voce Libera” sia disposto ad accettare l’ingresso in Consiglio, anche contro le indicazioni di Massa e Comella. E lo ha dichiarato ufficialmente: si tratta di Massimo Bignardi, dipendente Asl e storico iscritto a “Voce LIbera”. L’altro che pareva pure orientato verso il “sì”, il giovane giornalista e scrittore Matteo Nunner. Di “Sinistra”, ha invece spedito una e-mail dal Giappone, dove attualmente si trova, per dire che non accetterà di subentrare a Comella in Consiglio. Scorrendo l’elenco degli esclusi, si ha comunque la sensazione che, prima o poi, qualcuno accetterà.
Ma, appunto, lo scoglio è il numero legale: se le surroghe non dovessero avvenire sarebbero problemi seri per Maura Forte in vista dell’ormai incombente Consiglio dei Consigli: quello sul bilancio. In caso di mancata approvazione del Bilancio, infatti, si va tutti a casa.
L’opposizione sta ovviamente alla finestra.