Finocchi: “Spero che il cittadino onorario Galante Garrone venga celebrato nel ventennale della scomparsa”

“Alessandro Galante Garrone è scomparso nel 2003, due anni dopo essere diventato ‘cittadino onorario’ di Vercelli. Ci auguriamo che la città commemori il ventennale di quello che è stato uno degli uomini di pensiero e di cultura più importanti nella storia di Vercelli. Resta il fatto che, sinora, se non ricordo male, è la prima volta che, oggi, si parla di lui in un convegno ad hoc nella sua città natale”.

E’ il messaggio che Fabrizio Finocchi ha lanciato durante il convegno organizzato ieri da “Azione”  nel “Parlamentino” dell’Ovest Sesia, proprio sul pensieri del “mite giacobino”, combattente della Resistenza, magistrato, storico e, soprattutto, ancora in pieno fascismo, fondatore del Partito d’azione a Torino

Difatti, l’appuntamento di ieri, organizzato dal partito  di Calenda, si intitolava proprio “Alle radici del pensiero azionista”.

Bravissimi, i relatori: l’avvocato torinese  Rodolfo Pampaloni, il presidente del Museo Leone Gianni Mentigazzi e il segretario cittadino di Azione Fabrizio Finocchi. Ha moderato l’avvocato e membro della direzione nazionale del partito di Carlo Calenda Gabriele Molinari. Tra il pubblico, la parlamentare di “Azione” Daniela Ruffino. Prima delle relazioni, ha portato il saluto di “padrone di casa” il presidente dell’Ovest Sesia Stefano Bondesan.

Se i nomi di Mentigazzi e Finocchi sono molto conosciuti a Vercelli, quello dell’avvocato Pampaloni lo è assai meno. Molinari lo ha scelto (con una mossa davvero azzeccata) perché il legale torinese è stato uno degli amici più cari di Galante Garrone. Un’amicizia, come ha raccontato Pampaloni stesso, nata per caso. Avvocato trentaduenne, aveva aperto un ufficio con un collega proprio al numero 27 di via Grattoni, a Torino, dove abitava Galante Garrone. “Un giorno – ha ricordato l’avvocato -il professor Galante Garrone ci chiese un parere legale, e salii proprio io al settimo piano per parlarne. Nacque così una singolare, ma bellissima amicizia che sfociò persino in un fitto carteggio. Quando parlavamo di storia – ed immaginatevi la mia gioia di avere come precettore personale un uomo di tale cultura – poi finivamo di scambiarci lettere con una sintesi di quei colloqui. Conservo quel carteggio come un vero tesoro”.

L’avvocato Pampaloni ha citato tanti fatti che riguardavano il suo illustre vicino di casa, tra i quali quello dell’abbandono della magistratura, nel 1963, per dedicarsi alla carriera di storico. Ha raccomtato: “Lui che era diventato magistrato proprio perché sotto il fascismo la magistratura era l’unica istituzione cui non veniva richiesto il giuramento di fedeltà al Regime, si trovò a giudicare un caso tutto sommato marginale legato ad una proprietà immobiliare in cui era coinvolto il Movimento sociale italiano. Ritenne che il Msi avesse ragione e così quella causa fu vinta proprio dagli eredi di coloro che aveva combattuto strenuamente. Compiuto il suo dovere, lasciò poi la magistratura”.

Gianni Mentigazzi ha ricordato di aver fatto parte di quella giunta comunale (sindaco era Bagnasco) che nel 2001 conferì la cittadinanza onoraria a Galante Garrone e ha contestato la famosa formula del ‘mite giacobino’ che pure Galante Garrone amava: “Per me era un laico intransigente, tutt’altro che mite, quando si trattava di difendere i diritti”.

Al convegno  era presente anche la coordinatrice provinciale d Italia Viva Francesca Tini Brunozzi e, nel salutarla, Molinari ha  detto – riferendosi alla rottura tra Calenda e Renzi – che a Vercelli Azione continuerà dialogare con Italia Viva e con gli altri partiti vicini al progetto che i due leader  stavano portando a termine prima del clamoroso dissidio di queste ultime ore.

Edm

 

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1 commento

  1. Che la celebrazione avvenga mi sembrava potesse essere probabile anche prima dell’impegno (encomiabile) del partito di Calenda e Renzi .. lo è anche ora che Azione fa “melina” (non a centrocampo ma .. in ritirata) .. ora sarà sotto l’egida del giacobino (-pro domo sua) Renzi.

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