Era successo solo il 25 febbraio scorso, con il violinista canadese Kerson Leong che, alla fine, dopo ripetute chiamate e ripetuti bis, tutta la platea del Civico si alzasse in piedi per applaudire il protagonista del concerto. La cosa si è ripetuta ieri sera con il pianista ucraino, ma ormai italiano honoris causa Alexander Romanovsky, che ha suonato per due ore (!) sfoggiando un sontuoso Rachmaninov (nei 150 anni dalla nascita) e poi bis come se piovesse: ancora Rachmaninov, ma anche tanto Chopin, compreso il celeberrimo Studio Opera 10 n° 12 conosciuto da tutti come “La caduta di Varsavia”.
Il pubblico era in estasi completa, ha chiamato e acclamato Romanovsky che, davvero, non si è risparmiato per rendere indimenticabile il penultimo appuntamento del 25° Viotti Festival.

Rachmaninov è un banco di prova impegnativo per tutti i pianisti. E ti raccomando le Variazioni sul tema della follia di Corelli. Ma Romanovsky, che le ha pure incise per Decca, ne è venuto a capo con una naturalezza che ha persino messo in sordina il virtuosismo. Quando trattiamo questi argomenti, torniamo sempre all’assioma di Angelo Gilardino: un musicista è davvero bravo quando chi lo ascolta non deve più pensare: “Però, è davvero bravo”. Perché se il pubblico lo pensa, non è bravo abbastanza. Occorre invece che sia “una finestra aperta sulla musica”. E a ciò si arriva con intelligenza, cuore e solidità morale, più che con la tecnica.
Ascoltando il Rachmaninov del pianista nato in Ucraina e trasferitosi giovanissimo ad Imola non abbiamo non potuto pensare a quell’insegnamento del nostro più importante musicista dai tempi di Viotti. Che bello esserci stati, ieri sera.
Edm






Il pianista “ucraino” (potremmo anche dire italiano) nato a Dniprodzeržyns’k nell’84,
e quindi, per forza, nell’allora Unione Sovietica, con un cognome dalla radice
inequivocabilmente non tanto puramente ucraina .. per sua fortuna e incolumità vive
non nei luoghi di nascita, ma in Italia (oltre ad averne acquisito la cittadinanza)
per sua maggior ulteriore fortuna al momento non siamo oggetto delle mire
espansionistiche del dittatore Putin (Пу́тин?) che ha invece ora imperialisticamente occupati
tutti i territori intorno allo Dnipr in qualità di despota in salsa simil-nazista e
inequivocabilmente razzista (come si deduce dal link in fine pagina) ma, formalmente, russo
Putin .. quei territori sfortunati (a causa dei tanti popoli ivi presenti), bombardati prima, democraticamente, dagli “ucraini” (fin dal 2014 e ad oggi) e poi anche dai pessimi “russi”;
restano “in attesa” della già famosa (ancor prima che abbia inizio) controffensiva di
Zelensky che, con l’aiuto anche di noi italiani e della Nato, dovrebbe aver inizio fra pochi
giorni (secondo alcuni sarebbe già principiata) e tutti noi l’attendiamo, in modo che ala fine
Romanovsky diventi ancora più definitivamente ucraino!
…
Ucraina, Putin firma la legge per espellere i non-russi dalle regioni occupate
Il presidente russo ha dichiarato che è necessario “difendere la loro decisione inequivocabile di tornare alla Russia”. Missili su Kiev, Dnipro e Uman
https://www.affaritaliani.it/esteri/ucraina-putin-firma-la-legge-per-espellere-i-non-russi-dalle-regioni-occupate-852357.html