Vaccini influenzali – In Piemonte meno dosi perché l’azienda fornitrice è in affanno, Cirio: “Faremo causa”

La “bomba” l’ha confermata il presidente della Regione Alberto Cirio oggi durante una conferenza stampa. I vaccini antinfluenzali acquistati dalla Regione per completare la campagna vaccinale non si sa se e quando arriveranno. La colpa? Sarebbe della Sanofi, società che a maggio si era aggiudicato l’appalto per la fornitura di 1 milione e 320 mila dosi a 5 euro l’una, la quale oggi ha incominciato a rallentare le consegne e a ridurre la quantità di vaccini distribuita. E che solo oggi con una lettera, come riporta il sito Lo Spiffero, ha spiegato il perché: “La notevole e imprevista mole di richieste non consente di far fronte agli impegni assunti”. Insomma, non solo non arriveranno a breve, e per ora non si sa quando, i vaccini destinati alle farmacie per la vendita ma anche a chi non è ricompreso nella fascia di età da sei mesi a sei anni e oltre i 60, insieme alle categoria a rischio, e lo debbono ancora fare.

Vengono così clamorosamente smentite le dichiarazioni dell’assessore alla Sanità Luigi Icardi di appena due giorni fa che rassicuravano sul fatto che “la campagna vaccinale prosegue secondo le modalità concordate con i medici, che sono pressati dalle richieste, ma che stanno rispondendo alle necessità con il massimo impegno e secondo il calendario delle prenotazioni”.

“A maggio – spiega il presidente Cirio nel corso di una conferenza stampa indetta per fare il punto sulla questione – l’Assessorato alla Sanità ha sottoscritto un contratto che ci assicurava un numero di dosi capace di garantire l’immunizzazione, considerata ottimale dal ministero della Salute, di oltre il 94% della popolazione a rischio. Finora, però, ci sono state consegnate solo 900 mila dosi e senza rispettare il cronoprogramma delle forniture, creando situazioni di tensioni tra farmacisti, medici e pazienti, mentre la responsabilità è solo della ditta che non sta mantenendo gli impegni assunti”.

L’assessore alla sanità, Luigi Genesio Icardi, ha evidenziato che: “Nonostante le difficoltà, in 3 settimane di campagna sono state comunque già vaccinate in Piemonte oltre 613.000 persone, un numero vicino ai soggetti vaccinati in tutto il 2019 che sono stati 700.000. Sanofi ci ha comunicato oggi l’estrema difficoltà a consegnarci le 400.000 dosi restanti e, pertanto, non vedo altra strada che agire per via legale richiedendo l’adempimento degli impegni contrattuali che l’azienda aveva assunto a maggio con la Regione”.

E il commissario per le questioni giuridiche dell’Unità di Crisi Antonio Rinaudo ha prospettato varie strade che verranno percorse, tra le quali l’acquisto in danno, ovvero comprare da un’altra ditta il vaccino e poi addebitare a Sanofi il costo. Ma lo stesso Rinaudo non si nasconde la difficoltà, oggi, di reperire altri vaccini antinfluenzali.

“Il ritardo nella consegna dei vaccini antinfluenzali non è responsabilità né dei medici di famiglia, né delle farmacie e tantomeno della Regione Piemonte – ha sottolineato Massimo Mana, presidente di Federfarma Piemonte -. Siamo perfettamente consapevoli della criticità della situazione e, per questo, siamo disponibili, anche a mettere nuovamente a disposizione della Regione Piemonte, come ci è stato richiesto, le 16.000 dosi di vaccino che ci erano state destinate straordinariamente, in base all’accordo Stato-Regioni, per la vendita in farmacia sul libero mercato a soggetti non a rischio, affinché possano essere garantite in questo momento alle fasce più a rischio della popolazione che devono essere vaccinate dal servizio sanitario pubblico”.

A parte le azione legali, però, il nodo da sciogliere rimane quello di riuscire ad approvvigionarsi dei vaccini necessari a proseguire e completare la campagna vaccinale. “Abbiamo ancora un po’ più di un mese di tempo e una parte considerevole della popolazione è già stata vaccinata” ha aggiunto l’infettivologo Giovanni Di Perri. Parole che però non leniscono la desolazione per un comportamento che ha dell’incredibile da parte della multinazionale del farmaco. E di certo non crea un precedente rassicurante pensando all’latra grande campagan vaccinale che si prospetta all’orizzionte, quando sarà eventualmente disponibile: quella per il covid.

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1 commento

  1. Il vaccino di Cirio se non sarà dannoso come quelli di Bergamo sara’ per lo meno del tutto inefficace, si potrebbe sostituire, attraverso idonee forniture a chilometro zero, con abbondanti dosaggi di bignole da assumere per via orale.

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