Dopo la presentazione di otto giorni fa, all’Aeroclub di Vercelli, riservata alla stampa, questa mattina il super drone PBK dall’apertura “alare” di 2,15 metri e dal peso di 25 chili – che si vorrebbe impiegare in agricoltura per spargere i fitofarmaci – è stato ripresentato, questa volta di fronte ad una platea assai più vasta, alla Grangia di Montarucco.
Lo aveva annunciato il proprietario ed esperto di droni Andrea Vecco, appunto la settimana scorsa e oggi lo ha fatto, organizzando una dimostrazione nelle sue risaie che ha avuto come protagonista attivo un “gemello inferiore” di PBK, altrimenti definito “madre”, mentre la star della presentazione è rimasta ancorata alla sua base: il pilota campione di volo con i modelli di elicotteri Sebastiano Gabutta e uno dei progettisti di PBKoptern (questo il nome completo), l’ingegner Roberto Grassi, hanno fatto rombare il motore ibrido del loro gioiello ma, per ragioni di sicurezza (troppa gente presente all’evento), non l’hanno fatto alzare in volo. Al contrario, sono invece decollati un drone “navigatore” ben più piccolo, che ha provveduto alla geolocalizzazione dell’appezzamento dove si è poi compiuta la dimostrazione e, quindi, la “madre”, un drone ben più grande, tuttavia ancora lontano dalle dimensioni di PBK.
LA “MADRE” HA AFFIANCATO IL TRATTORE SOTTO SGUARDI ESPERTI
La dimostrazione “dinamica” e’ consistita in questo: mentre Francesco Coppo, il responsabile dell’azienda, metteva in azione il trattore con la barra irroratrice (nella fattispecie, semplice acqua), la “madre” ha affiancato la trattrice posizionandosi ad un’altezza di circa due metri dalle pianticelle di riso: cosicché tutti i presenti hanno potuto constatare come il drone possa irrorare fitofarmaci (quando la legge glielo consentirà) senza “calpestare”, come invece fa il trattore, anche il prodotto, e dunque tutelando al massimo la coltivazione.
Già lo potevano immaginare, ma hanno potuto constatarlo, tra gli altri, i sindaci presenti (innanzitutto Daniele Pane, di Trino: Montarucco è sul suo territorio), i responsabili delle azienda costruttrici di macchine agricole (ad esempio Paolo Tencone, direttore esecutivo della Claas per il Sud Europa e autorevoli rappresentanti della “Landini”), i vertici delle associazioni agricole (c’era il presidente dell’Unione agricoltori Giovanni Perinotti ed illustri dirigenti di Ente Risi tra i quali Cristina Caresana e Simone Silvestri), rappresentanti della Basf, della Bayer e della Corteva (giganti della chimica, della sementiera e della produzione farmaceutica); e poi esponenti della Provincia, del Parco del Po, dell’Arpa. Infine, e non ultima, una larga rappresentanza dell’Aeroclub “Marilla Rigazio” di Vercelli, con il presidente Marcello Gennaro, il comandante ed istruttore della Scuola di Volo Giorgio Longo e l’istruttore Matteo De Ambrogio, che ha collaborato con Sebastiano Gabutta per mettere in azione i due droni della dimostrazione odierna: quando verrà finalmente costituita l’agognata “flotta” dei droni da impiegare in agricoltura, il “Marilla Rigazio”, che sforna istruttori a livello professionale e che incomincia a concentrarsi su PBK potrà svolgere un ruolo essenziale in Piemonte.
VECCO: ANACRONISTICO DIRE NO A QUESTE TECNOLOGIE
A tutti l’ingegner Grassi e il docente del Politecnico di Torino Antonio Carlin (due dei tre creatori di PBK, il terzo è un altro esponente del Politecnico, Carlo Ferro) hanno poi spiegato le caratteristiche del loro drone ancorato, ribadendo, come avevano fatto otto giorni prima a Vercelli, che la “deriva” di questo apparecchio volante, vale a dire la quantità di prodotto irrorato che si disperde senza centrare l’obbiettivo (come avveniva tanti anni prima usando l’elicottero) è pressoché nulla. Ecco perché – come ha detto con forza Vecco – sarebbe indispensabile che il legislatore riconsiderasse I’anacronistico divieto all’aerodispersione dei fitofarmaci. Non solo questa tecnica è sicura per l’operatore (che trattandosi dei doni non è sul mezzo), non solo non c’è alcuna dispersione di prodotto, che è invece assolutamente “mirato”, addirittura sulla singola pianticella da trattare, ma addirittura gli augelli sono in grado di distribuire una singola goccia, se non addirittura le gocce infinitesimali di una nebbiolina.
SI PARTIRA’ CON LA LOTTA ALLE ZANZARE?
E’ assai probabile che il PBK (che ricordiamo è il nome della start up sorta dall’incubatore IP3 del Politecnico di Torino) possa venire inizialmente utilizzato per spargere il Bacillus Turigensis (di cui l’aerodispersione non è vietata, trattandosi di una “lotta biologica integrata”) contro le zanzare.
La speranza di Vecco – condivisa con tanti agricoltori presenti oggi a Montarucco: e, tra di loro, Luciano Conti, nella cui tenuta di Valenza si era tenuta la prima presentazione pubblica in ambito agricolo di PBK – è che prima o poi dal Ministero dell’Agricoltura arrivi il sì all’utilizzo dei droni in agricoltura. “Tecnologie come questa- ha detto – riporterebbero i nostri giovani migliori qui da noi: non sprechiamo questa possibilità”.
edm