Focolaio al “Divina”: task force regionale per rintracciare tutti i contatti

 

Vercelli – Preoccupa e non poco il “focolaio” che si è sviluppato dal “Divina Club” di via Cesare Filippone, perché quel locale, e in quello gemello (pure adesso chiuso) di via Scalise, non erano frequentati solo dalla comunità dominicana che vice in città, ma anche da diversi vercellesi. Per questo motivo, è purtroppo probabile che alla quarantina di persone già trovare positive al Covid debbano aggiungersene molte altre.

Per questa ragione, a supportare il Sisp, il Servizio di Igiene e Sanità Pubblica dell’Asl attualmente diretto dalla dottoressa Virginia Silano, che sostituisce Gabriele Bagnasco, in ferie, penserà una task force regionale. Il compito non è semplice, ma è assolutamente necessario monitorare la situazione: è vero che, fortunatamente, tutti i positivi al Covid sinora riscontrati sono asintomatici, ma asintomatici non significa “non contagiosi” e il pericolo che questi soggetti possano infettare (o avere già infettato) molte altre persone – alcune delle quali potrebbero invece ammalarsi – è concreto. Al momento, comunque, la situazione all’interno dell’ospedale “Sant’Andrea” è assolutamente tranquilla.

Il “caso” che ha messo in allarme la città, la provincia e l’intera regione (si tratta del focolaio più grande del post lockdown in Piemonte) sarebbe stato provocato da un imprenditore dominicano che abita a Vercelli e che nei giorni scorsi era andato a Santo Domingo. Al ritorno, ha viaggiato, inconsapevolmente, su un aereo su cui c’era una persona positiva al Covid.

Tante le domande che chi sta seguendo la vicenda si pone in queste ore (tra l’altro c’è anche una segnalazione alla procura di Vercelli che, per ora, non ha aperto alcun fascicolo di indagine) quella principale è come sia stato possibile che un soggetto positivo al Covid abbia potuto liberamente frequentare i due locali da cui si è sviluppato il focolaio. Domande che troveranno risposte nei prossimi giorni: ora tutta l’attenzione è ovviamente concentrata sul “tracciamento” del virus per limitare il più possibile  il contagio.

Ed è appunto sulla scorta degli esiti di questo tracciamento che il sindaco Corsaro deciderà se emanare l’ordinanza – che ha già nel cassetto – con cui sarà obbligatorio indossare la mascherina, anche all’aperto, durante eventi di richiamo e dunque a rischio assembramento.

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2 Commenti

  1. Purtroppo l’identificazione dei temutissimi contagiati asintomatici dominicani (su di loro non c’ e’ la privacy) non e’ facile perche’ disgraziatamente stanno benissimo! Se, poniamo, si esibissero in fragorosi starnuti, avrebbero addosso gli sguardi di TUTTI e .. dagli all’untore! .. Invece, niente! .. sono terrorizzato … Ieri passando per Corso Marcello Presinari ho incrociato un gruppetto di dubbia nazionalita’ … quei disgraziati mi son passati a 90 cm .. !!? forse 80/85 .. escommetto che han fatto apposta.

  2. Questo “signore”, se avesse a cuore la salute altrui, arrivando da Santo Domingo, avrebbe dovuto fare la quarantena, come prescritto, così non avrebbe infettato nessuno.

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