Diapsi e Anpi piangono Andrea Raineri: “Il suo bene concreto continuerà nel tempo”

 

Vercelli – Anche la Diapsi (l’Associazione di volontariato per la promozione della salute mentale) e l’Anpi di Vercelli ricordano con infinito affetto, stima e commozione Andrea Raineri. Abbiamo ricevuto dalle due associazioni queste note che volentieri pubblichiamo:

“ Diapsi Vercelli è vicina alla famiglia e a tutti gli amici di Andrea Raineri. Al di là del suo ruolo di assessore è stato negli anni una di quelle persone, non tante, che avevano compreso fino in fondo, con acume, oltre che con il cuore, la difficoltà di operare nell’aiuto di persone con disagio psichico. Andrea conosceva l’importanza di un caldo sorriso della vicinanza con piccoli ma grandi gesti di accoglienza dell’altro, del farsi carico della sofferenza del prossimo.

Con lui come assessore abbiamo anche condiviso la progettazione dei nostri interventi futuri. Il suo contributo di pensiero e di tecnica amministrativa è per noi prezioso. Gli effetti benefici delle sue azioni concrete continueranno nel tempo, anche per noi, come per tante altre persone e realtà. Lascia un’eredità preziosa.

Ecco un ricordo della nostra presidente Lorena Chinaglia.

“Un amico da sempre della nostra associazione, ha sempre sostenuto le nostre iniziative, ci eravamo sentiti il giorno di Natale e lui con entusiasmo mi aveva detto che le nostre borse che aveva regalato avevano avuto un grandissimo gradimento. Lui, del resto, da molti anni, ci dava molta forza, incoraggiandoci nei momenti di difficoltà.

Ci aveva fatto una sorpresa molto gradita venendo a visitare il nostro stand all’Artigiano in Fiera, alla Fiera di Milano… All’inaugurazione della nuova sede del nostro laboratorio in San Pietro Martire aveva speso per la nostra Associazione delle parole che ci resteranno per sempre nel cuore: “…Abbiamo inaugurato il nuovo corner e spazio di lavoro di DIAPSI. Un luogo speciale, dove la creatività alimenta la relazione. Un luogo non solo di lavoro, ma uno spazio di relazione, di integrazione, di interazione….di dimensione. Un luogo dove chi cammina con un passo diverso trova chi lo affianca, rallentando o accelerando puntando alla sincronia: spazio privilegiato dell’incontro con l’altro”. Questo concetto ci accompagnerà per sempre e ci aiuterà a non dimenticare mai il perché ci dedichiamo quotidianamente a quello che facciamo, pur tra mille difficoltà. E’ una perdita enorme per me come persona, per la nostra associazione e per Vercelli”.

 

Ed ecco invece il ricordo dell’Anpi vercellese a firma della presidente, Elisabetta Dellavale, tra l’altro ex collega di giunta di Raineri

“Vogliamo ricordarti anche noi, Andrea, noi dell’Anpi Vercelli.

Vogliamo ricordare la tua dolcezza ed i sorrisi sempre e comunque, in ogni occasione.

Forti più di ogni difficoltà, ancora più aperti nelle avversità, i tuoi sorrisi, spesso conditi con abbracci tenaci, sguardi diretti e sinceri, erano medicina per l’anima, luce nel buio.

Per questo, per questa tua capacità di vedere sempre il buono ed il bello in ognuno di noi, sei stato un ‘partigiano’, Andrea. Sei stato ‘di parte’, dalla parte di chi sta male, di chi ha bisogno, di chi è in difficoltà e di chi è solo. Sei stato ‘di parte’ come solo gli uomini di coraggio sanno fare, senza curati di critiche, senza scendere a compromessi.

Da buon partigiano hai amato la tua famiglia, radice e motivo di ogni tua e nostra azione, e la tua comunità, che hai aiutato quanto e come hai potuto, senza mai sottrarti, mai negarti.

La tua città, Vercelli, è da ieri più sola e più fragile. Più buia ed attonita.

Porgiamo alla tua famiglia, ai tuoi amici più cari ed ai ‘tuoi’ Cappuccini (non hai mai mancato una commemorazione del 25 aprile davanti alle scuole del tuo amato rione!) tutte le nostre più sentite condoglianze allegando un tuo scritto, apparso sulla tua pagina FB in data 16 maggio 2011, con il quale narri la storia della tua bisnonna, storia di immenso coraggio e di quotidiana Resistenza, comune a tante famiglie italiane, che tu portavi nel cuore con orgoglio e saggezza e che ci raccontavi ogni anno, nell’avvicinarsi del 25 aprile.

Sarai sempre nei nostri cuori, Andrea, amico per sempre giovane”.

 

Andrea Raineri celebra il 25 Aprile nel suo adorato rione, i Cappuccini

Ed ecco la vicenda raccontata da Raineri su Facebook appunto nel maggio del 2001

ASPETTAVO LO ZIO, MA NON ERA TORNATO..

“…aspettavo lo zio, ma non era tornato; non mi sono preoccupata subito, lo faceva spesso, ma sapevo che i rastrellamenti erano aumentati perchè si avvicinava il 20 Maggio (data che i fascisti e i tedeschi avevano posto come termine ai partigiani per consegnarsi ndr) e mi sono preoccupata, allora sono andata a cercarlo, sapevo che si trovava nella zona di Mottalciata, la zia Nara era in montagna con le staffette, il nonno Tavin lavorava; ho lasciato la nonna Anna a casa e le ho dato dei garofani che avevo comprato da portare a S.Rita….Sono partita da Pavignano, ho preso il treno e sono andata a Cossato accompagnata da un’amica vicina di casa, erano tutte persone speciali; poi a piedi ci siamo incamminate verso Mottalciata, col cuore pieno di speranza, ma anche di paura.

 

Arrivate ad un cimitero vicino a Castellengo, ci siamo fermate a curiosare stupite dalla cinta di recinzione bassa e mentre commentavamo abbiamo sentito da alcuni uomini, che a Mottalciata, contro il muro del cimitero, erano stati fucilati 17 giovani, catturati qualche giorno prima….il cuore si è messo a battere forte e mi sono messa a correre con tutte le mie forze.

 

Arrivata al cimitero erano tutti li, per terra conto il muro con le mani legate, tutti giovani….alcuni non avevano nemmeno 20 anni e il primo della fila era il mio Rambaldo….non ho saputo piangere ho preso una latta buttata qui vicino al fosso, l’ho riempita d’acqua e con il mio fazzoletto che avevo al collo ho cominciato a pulire la faccia e le mani dello zio, dal sangue e dalla terra…i tedeschi e i fascisti mi hanno invitato ad andarmene….gli ho risposto, carica di rabbia, che dopo che me lo avevano ammazzato non potevano chiedermi tanto e sono rimasta li, ferma con lui…il giorno dopo sono arrivate la mia mamma, la nonna Vina, con le mie sorelle la zia Eva e la zia Caterina, a piedi dai Cappuccini.

 

E ogni anno a questa commemorazione non mancherò mai…starò li vicino a quel muro, a quei fori nell’intonaco, e con i miei garofani rossi per lui.”

 

Ogni anno fino al 2000, anno in cui è morta, la nonna Rita non è mai mancata alla commemorazione, c’è andata in carrozzina, quando le gambe non la sostenevano più, sempre con i suoi garofani, la sua spilla dell’ANPI, il suo fazzoletto rosso, si alzava al suono dell’ Inno Nazionale e cantava Bella Ciao alla fine…e dalle sue labbra, in dialetto, il racconto che ho scritto prima vibrava con la voce rotta dalla commozione per un dolore da cui mai è guarita….

 

E diceva: “dopo di me, toccherà alle mie figlie, ai miei nipoti e poi quando i vostri genitori non ci saranno più toccherà a voi venire qui….per ricordare, onorare e difendere gli ideali per cui questi ragazzi e “al me mat”sono morti. ”

 

…e ieri il rito è avvenuto. C’era tutto: la bandiera d’Italia, gli stendardi delle Associazioni, la banda musicale, l’Inno Nazionale e Bella Ciao, i bimbi delle scuole, i parenti dei caduti, le autorità…..il monumento alla Mamma.

 

Il Sacerdote ha concluso la benedizione con queste parole “Sono stato chiamato per benedire questo Sacrario…ma io benedico voi perchè questi giovani sono già stati benedetti da Dio!”.

 

….è un pezzo di me, della mia famiglia, di tante famiglie….che ieri ho rivissuto, con qualche lacrima….con qualche paura nel cuore per gli atteggiamenti della politica moderna e la disattenzione di chi vive ogni giorno, ma anche col cuore pieno di gioia e di ricordi tra le “nonne” dei Cappuccini, quelle del coro delle mondine: l’altra nonna bis, la nonna Lidia, la Mariana,la Minchin, la Sina, la zia Eva, la Mariucia Buta e tante alltre…che venivano nel nostro cortile in Vicolo delle Reti perchè nella calura estiva si rinfrescavano con la corrente che tirava, cantavano, discutevano, pulivano le rane, “sgarnatavano”il mais e i fagioli….ricordavano e raccontavano di guerra, della Resistenza, delle Masche per farmi un po’ di paura…e io, a casa da scuola, friggevo i pesci di carta e cantavo con loro!!!!”

(Nella foto principale a corredo di questo articolo, Andrea Raineri è all’inaugurazione del Laboratorioi Berlin in San Pietro Martire con monsignor Giuseppe Cavallone)

 

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