Corteo silenzioso e toccante a Vercelli in memoria delle vittime della strage di Brandizzo

Il corteo silenzioso a Vercelli in memoria delle vittime della strage di Brandizzo (Foto Renato Greppi)

È partito questa mattina intorno alle 10.30 il corteo in memoria delle vittime della strage di Brandizzo, manifestazione di protesta e cordoglio organizzata dai sindacati Cgil, Cisl e Uil. Un corteo lungo e partecipato ha invaso le vie del centro di Vercelli con la presenza di più di duemila di persone. Il corteo era aperto dallo striscione “Non abbiamo più parole”.
Dalla stazione, area di ritrovo, i manifestanti si sono diretti alla Prefettura. Un gesto simbolico ma anche concreto per ricordare Giuseppe Saverio Lombardo, Giuseppe Aversa, Giuseppe Sorvillo, Michael Zanera e Kevin Laganà, le cinque vittime del terribile incidente la cui memoria oggi Vercelli vuole onorare con una marcia silenziosa, commossa, sentita. Presenti il leader della Cgil, Maurizio Landini, e poi Giorgio Airaudo, segretario generale della Cgil Piemonte, Giorgio Graziani, segretario confederale della Cisl, Luca Caretti, segretario generale della Cisl Piemonte, Elena Ugazio, segretaria generale della Cisl Piemonte Orientale e Gianni Cortese, segretario generale Uil Piemonte.
Non hanno fatto mancare la loro presenza diverse autorità: oltre al sindaco di Vercelli, Andrea Corsaro, era presente il Prefetto, Lucio Parente, l’assessore regionale al Lavoro, Elena Chiorino e il vice presidente del consigio regionale, Daniele Valle. Presente anche l’Arcivescovo di Vercelli, monsignor Marco Arnolfo.

Tra bandiere, foto e slogan come: “Si lavora per vivere non per morire”, i protagonisti sono stati i lavoratori e gli operai ferrovieri, molti con il caschetto in testa, arrivati a Vercelli da tutto il Piemonte e dalla vicina Lomabrdia.

Maurizio Landini (foto Greppi)

Il leader nazionale della Cgil, Maurizio Landini, parlando dal corteo, ha ammonito: “è il momento di dire basta di cambiare. Abbiamo fatto scioperi, ma dobbiamo alzare ancora di più il livello della protesta. Bisogna investire sulla sicurezza. Nel 2022 sono 1.090 i morti sul lavoro. Noi è da tempo che stiamo dicendo che questo non è accettabile. Siamo di fronte ad un modello economico e a un sistema che va cambiato radicalmente. In questi anni è passata l’idea che la competizione la si faceva esternalizzando, appaltando, subappaltando, precarizzando il lavoro. Il risultato è questo. Finché la sicurezza sarà considerata un costo e non un investimento è chiaro che queste situazioni non si cambiano. Credo sia venuto il momento non delle pacche sulle spalle e dei falsi cordogli di ipocrisia, ma è venuto il momento di cambiare radicalmente questo sistema”.

Al corteo erano presenti anche i parenti delle vittime con le fotografie in mano degli operai tragicamente scomparsi. “Non abbiamo più parole” si legge su uno striscione. “basta privatizzazioni, mai più treni in transito e lavori in corso” su altri, “non sono incidenti sono omicidi” si legge su un terzo.

 

Davanti alla prefettura di Vercelli

Davanti alla Prefettura di Vercelli sono stati letti i nomi delle cinque vittime: Kevin Laganà, Michael Zanera, Giuseppe Sorvillo, Giuseppe Saverio Lombardo e Giuseppe Aversa, come ormai noto tutti dipendenti della Sigifer di Borgo Vercelli. Al termine c’è stato un lungo applauso e dal corteo, sono partiti alcuni fumogeni e si è alzato un coro: “Basta morti sul lavoro”. In terra davanti al corteo cinque caschetti da lavoro bianchi accanto a delle croci nere stampate su alcuni fogli immacolati. Una delegazione è poi salita a colloquio con il Prefetto.

Presenti alla manifestazione anche il segretario regionale del Partito Democratico, Domenico Rossi, con una delegazione del PD: l’On. Chiara Gribaudo, l’On Federico Fornaro, la segretaria provinciale del PD Mariella Moccia e i già segretari regionali Davide Gariglio e Paolo Furia. “Era giusto essere presenti prima di tutto per esprimere profonda vicinanza e solidarietà alle famiglie dei lavoratori ha detto Rossi -. La strage delle morti sul lavoro va fermata trasformando lo sgomento e l’indignazione di questi giorni in un cambiamento profondo perché l’Italia è una repubblica fondata sul lavoro, lo dice la Costituzione… ogni volta che qualcuno muore lavorando, muove anche un pezzo della nostra repubblica.  E’ necessario cambiare la visione che antepone il profitto a qualsiasi altra cosa, ma anche dell’idea che anche se ci sono delle regole si possono ignorare: occorre elevare la cultura della salute e della sicurezza in ogni luogo di vita e di lavoro. E poi servono investimenti a partire dal personale necessario ai controlli all’interno delle aziende, per la formazione continua e per la prevenzione.  Occorre evitare la deregulation del sistema subappalti e ripristinare le somme del PNRR per la sicurezza ferroviaria che il Governo aveva recentemente deciso di eliminare”.

Il vice Presidente del Consiglio regionale del Piemonte, Daniele Valle, che ha partecipato all’incontro col Prefetto, i rappresentanti dei lavoratori e l’assessora Elena Chiorino, ha poi aggiunto: “Occorre che la politica tutta e le istituzioni diano risposte immediate e concrete al silenzioso grido di dolore lanciato dal mondo del lavoro al corteo di Vercelli. Bisogna fermare la strage. Non possiamo accettare che in sette mesi in Italia siano morte 559 persone, 38 in Piemonte. C’è un problema sicurezza nei cantieri, nei trasporti, nella logistica: la magistratura accerterà le responsabilità ma emerge già con evidenza che quello che è successo è conseguenza di una prassi consolidata di questo settore. Lasciare fare e fare in fretta, in un ambito di subappalti, di precarietà, di bassi salari. Il binario 1 della stazione di Brandizzo è come lo stabilimento ThyssenKrupp di corso Regina Margherita o il cantiere di via Genova dove due anni fa crollò una gru: luoghi simbolo, che devono essere di monito a tutti noi, perché non si può più perdere tempo. Un Paese civile non accetta come normale che si possa morire lavorando, che si possa morire facendo uno stage in azienda, che si possa morire a causa di treni che viaggiano su binari unici senza sistemi di comunicazione adeguati e senza sicurezza. Non possiamo limitarci alle parole di rito: la Regione ha competenze dirette sull’attività ispettiva sui luoghi di lavoro e sul controllo dei piani di prevenzione e sicurezza, oltre che sul trasporto pubblico locale. I grandi incidenti come quello di Brandizzo e poi negli ultimi anni Thyssen, via Genova, Mottarone e Mulino Cordero, ci impegnano come Regione Piemonte ad assumere una forte azione di natura preventiva e culturale, ma anche di verifica rigorosa. È una responsabilità a cui come istituzione non possiamo sottrarci”.

L’incontro in Prefettura a Vercelli con i sindacati dei lavoratori

L’assessore al lavoro della Regione Piemonte Elena Chiorino dopo l’incontro in Prefettura con i sindacati che è avvenuto al termine del corteo, ha ribadito “Convergiamo tutti sulla necessità di intervenire in modo ancora più incisivo e puntuale: solo se c’è pieno rispetto dei diritti e dei doveri, c’è sicurezza sul lavoro”. “Diventa fondamentale – ha proseguito Chiorino – ragionare sul concetto di partecipazione: siamo in linea con il Governo nel ribadire che non servono norme aggiuntive, ma acquisire una maggiore consapevolezza dell’importanza di quelle già esistenti e potenziare il più possibile i controlli ispettivi come ata avvenendo con i nuovi isoettori assunti e ad oggi in fase di formazione. In Regione prosegue il lavoro congiunto con i sindacati e Istituzioni sul tema della sicurezza, che in autunno vedranno due nuovi incontri già fissati. In sede di Conferenza Stato/Regioni – ha aggiunto Chiorino – sarà ufficializzato il protocollo con Inail Nazionale per rafforzare la formazione di chi lavorerà nei cantieri Pnrr attraverso fondi destinati alle Regioni. Ciò dimostra la grande attenzione del Governo investendo sulla formazione a partire dai grandi cantieri dotando le Regioni di risorse importanti. Non ci conforta in questo tragico momento, ma bene l’arrivo di nuovo personale in forza all’Ispettorato del Lavoro che sarà destinato sul territorio nazionale, Piemonte compreso. Le norme ci sono – ha concluso Chiorino – come le sanzioni per chi non rispetta le regole: bisogna rafforzare la cultura della sicurezza”.

 

 

La immagini del corteo nelle foto di Renato Greppi

 

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2 Commenti

  1. La strage di Brandizzo del 2023
    riporta alla mene quella di Viareggio del 2009;
    da quel giorno e fino ad oggi
    sindacati e tutori della sicurezza
    potrebbero continuativamente
    aver detto
    “Non abbiamo più parole”
    Ecco una pagina di cronaca a quattro anni da quel fatto:
    .. (6/2013) Strage Viareggio: 4° anniversario
    I ferrovieri al fianco dei familiari, per la sicurezza la verità e la giustizia
    https://www.inmarcia.it/home/28-ultimora/599-strage-viareggio-4-anniversario-i-ferrovieri-a-fianco-ai-familiari-per-la-sicurezza-la-verita-e-la-giustizia-

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