Vercelli – Anche l’Asl di Vercelli sta facendo uno sforzo immane in questi giorni per affrontare l’emergenza Codiv-19, con tutto il personale ospedaliero (e non solo ospedaliero) impegnato in una prova immane di grande professionalità, una vera missione.
Un sforzo elogiato, incondizionatamente da tutta la città, anzi dall’intera provincia, ma c’è anche qualche piccola critica sul fronte organizzativo. C’è chi si domanda perché si sia scelto di fare entrare nel presidio le persone interessate dal contagio (nell’area che era stata creata quando, molto tempo fa, si era temuto un allarme generale legato all’Aids) proprio passando dalle camere ardenti.
Alcune famiglie che, in queste ore, erano a vegliare i loro defunti ci hanno raccontato di essere state costrette a sgombrare in fretta e furia le camere ardenti e di essere poi potute rientrare solo parecchie ore dopo il passaggio dell’ammalato, dopo un’efficace opera di disinfezione. Ci è stato pure raccontato di alcune salme portate fuori sul carro funebre parecchie ore prima del funerale. Problemi che segnaliamo alla direzione generale dell’Asl ribadendo la nostra ammirazione per tutto ciò che viene fatto.
Tra le polemiche che stanno montando in queste ore segnaliamo quella contro la scelta di far svolgere il Mercu Scürot a Borgosesia, in cui sono state ignorate tutte le preziose raccomandazioni di queste ore a proposito di sicurezza: distanze di salvaguardia, contatti diretti da evitare, abbracci da bandire. “E’ stata annullata la premiazione del Carnevale di Vercelli in giorni in cui non si era ancora a questi livelli di emergenza, c’è stato lo stop alla seconda sfilata di Santhià. Era proprio necessario accendere un semaforo verde per Borgosesia?”.