Coronavirus – Cinema fermo e produzioni in fuga dall’Italia. Tom Curise lascia il set di Mission Impossible a Venezia

Coronavirus, le produzioni fuggono di fronte al nemico

 

Netflix, HBO, Disney, Amazon, Paramount, sono solo alcuni dei nomi delle case di produzione che al momento si trovano del tutto ferme sul suolo italiano per colpa dell’epidemia, effettiva o temuta che sia. Un effetto dello stop generale del Paese che colpisce anche le produzioni cinematografiche.

 

Un esempio? Tom Cruise, venuto a Venezia per girare una sequenza di Mission Impossible 7, è stato costretto a rientrare in America e la troupe non tornerà in Italia per una successiva scena ambientata a Roma, poiché nessuna assicurazione copre una eventuale quarantena.

L’inizio delle riprese di “Zero” serie targata Netflix ideata dallo scrittore Antonio Dikele Distefano, è rimandato a qualche settimana per questioni cautelari e la stessa casa di produzione ha però deciso di annullare la creazione di un altro film, “Notice”, che avrebbe portato circa 50 milioni al nostro paese.

“Abbiamo quasi un migliaio di lavoratori fermi. E non è prevista alcuna copertura da parte dello Stato” annuncia Giovanni Luigi Pezzini, segretario nazionale del settore per la Cisl. “Il dramma è che il lavoro per il cinema è intermittente per definizione. Infatti il contratto di lavoro prevede che bastino 120 giorni all’anno per ottenere 1 anno di contributi. Ma con la sospensione contemporanea di tante produzioni cinematografiche e televisive, pochi riusciranno a cumulare le giornate necessarie. Serve quantomeno una modifica della legge”. Difatti, se qualcuno dovesse risultare positivo al contagio, l’intera troupe dovrebbe finire in quarantena per due settimane e nessuna produzione vuole assumersi tale rischio.

 

Il cinema italiano è momentaneamente in ginocchio: poiché le conseguenze delle scelte delle case di produzioni sono nel non più utilizzo dell’Italia come set (sempre molto usato e addirittura invidiato dalle produzioni americane) con perdita di introiti e addetti ai lavori senza impiego. Le sale, almeno nel Nord, rimangono ancora chiuse con la conseguente perdita dell’85% degli spettatori rispetto agli stessi giorni dell’anno scorso. I film previsti in queste settimane sono stati inevitabilmente spostati, esattamente come molti film primaverili saranno slittati nel periodo estivo andando a creare un ingorgo di produzioni che rischieranno un immeritato flop.

 

Emanuele Olmo

 

 

 

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