Tra febbraio e aprile vendute 74.000 tonnellate di riso italiano in più rispetto al 2019

Gli italiani scelgono il riso. È quanto emerge dai dati comunicati in questi giorni dall’Ente Nazionale Risi. Il consumo di riso nostrano infatti ha visto l’incremento di 74.000 tonnellate vendute in più rispetto al trimestre febbraio-aprile dello scorso anno. Segno tangibile che durante il lockdown le persone si sono indirizzate proprio sul prodotto che contraddistingue il territorio vercellese.

Così il presidente di ENR Paolo Carrà: «Il mercato del riso di questi ultimi mesi è stato segnato dalla situazione in maniera inaspettata, con motivazioni certamente legate alla pandemia Covid-19. Le maggiori vendite sono dovute ad un aumento della domanda da parte del consumatore e a una consistente diminuzione di importazioni dal Sud Est asiatico. Le maggiori vendite hanno riguardato risi da contorno e da parboiled e le varietà classiche quali Carnaroli, Arborio e Roma. In calo, invece, le vendite di risi tondi tipici per il sushi».

Certamente, da questo punto di vista, la chiusura dei ristoranti ha comportato una flessione delle vendite di alcuni tipi di riso, ma è altrettanto vero che probabilmente gli italiani, costretti per molte settimane in casa, hanno riscoperto il piacere di cucinare piatti tipici: lunghe preparazioni, prodotti di panificazione, dolci e anche risotti, ricette che da sempre fanno parte della nostra tradizione culinaria.

«Questo momento può essere strategico per il mercato risicolo italiano di qualità – è il commento di Gabriele Conte, co-owner del brand gliAironi – Il mercato, da sempre dominato da importatori stranieri, ha oggi la possibilità di dimostrare il valore del riso italiano e di una tradizione agricola fortemente legata al territorio del Nord Italia. In questo momento molti player italiani del settore riso stanno aumentando le vendite, e non bisogna perdere la possibilità di dimostrare al consumatore quanto il nostro prodotto possa essere competitivo in termini di prezzo ma sopratutto di qualità: quella che stiamo vivendo è una sfida epocale e siamo certi che l’immagine del nostro riso abbia la possibilità di uscire da questa crisi portandosi dietro un valore aggiunto».

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