Consiglio ancora deserto, le opposizioni: “attendiamo il Tar ma la Forte dovrebbe dimettersi”

Ennesimo consiglio comunale a Vercelli andato deserto – all’ordine del giorno oggi c’erano le ormai solite surroghe e “solo” il Bilancio – ed ennesimo rinvio a data da destinarsi. Tutto in attesa che il Tar, finalmente, decida come far uscire l’assemblea cittadina bicciolana dal “cul de sac” in cui si è infilata, impantanata tra sussitenza del numero legale a 11 o a 14, surroghe stoppate dalla minoranza, liti, minacce di carte bollate e trattative politiche per far concludere gli ultimi mesi di mandato al Sindaco Forte, in una delle amministrazioni comunali più travagliate di tutta la storia civica vercellese.

Oggi in aula erano presenti i soli Consiglieri Randazzo e Pasquino di Vercelli Amica e Malinverni di Forza Italia. Alla consigliera “anziana” Manuela Naso, facente funzione di Presidente, figura anche questa vacante per l’ennesimo caso di dimissioni, non è restato che chiudere l’assise e rinviare.

Subito dopo però si sono, come sempre, scatenate le repliche. Della minoranza perlopiù, giacché dal Pd, dopo il comunicato di ieri, in cui si preannunciava la non partecipazione al Consiglio, non è stato detto null’altro.

“Sarebbe stato inutile partecipare ai lavori” ha detto il capogruppo di SiAmoVercelli, Zanoni. “Sulle surroghe e sull’apertura del consiglio a 11 o a 14 il Tar ha fatto sapere che andrà a sentenza entro nove giorni. Possiamo ipotizzare tre risposte – ha poi proseguito -. La meno probabile è che dica: è una questione politica, sbrigatevela da soli. Il Tar potrà poi dire che si può procedere con le surroghe e con l’apertura dei lavori a 11, in questo caso l’amministrazione Forte va avanti, sostituendo i consiglieri dimissionari. Ma, se la risposta del Tar fosse che non si poteva aprire con 11, in questo caso, tra dieci giorni, l’opposizione ha i numeri per mandare a casa Maura Forte”.

Anche dalla Lega, con Stecco, si sottolinea che: “Bisogna attendere che i giudici facciano il loro lavoro. Oggi, noi, abbiamo preferito evitare forzature. È positivo il fatto che il Tar, decidendo di pronunciarsi in tempi brevi, dia molta importanza a quanto avviene a Vercelli”. “In ogni caso Giunta e sindaco dovrebbe dimettersi. Le dimissioni della consigliera Marcon dimostrano solo che questa maggioranza è sempre più assottigliata” ha aggiunto Prencipe, di Forza Italia. Poi via a discutere, negare o prendere la distanze, pur ammettedo che qualcosa ci sia stato, sui presunti tentativi di incontro o almeno di telefonate, da parte del sindaco, per coinvolgere la minoranza, o qualcuno di essa, in modo da proseguire con i Consigli in una sorta di governo allargato della città fino alla scadenza del mandato. Per ora pare che nessuno abbia risposto, anzi, c’è chi, come Prencipe, ribadisce che la Forte debba subito dimettersi.

Diversa ancora, per quello che si è osservato, è stata poi la scelta fatta da Vercelli Amica che, per una volta, non si è allineata con l’opposizione, ma non in tutti i suoi componenti. Infatti, se Randazzo e Pasquino erano in aula, unici presenti con Malinverni, Demaria ha disertato la seduta. Fatto che in molti sin sono chiesti che cosa possa significare.

In ogni caso, Pasquino e Randazzo, in tarda mattinata, hanno diramato un comunicato in cui spiegano la loro decisione: “Coerentemente con il mandato conferito dai nostri elettori, in assenza di comunicazioni ufficiali di revoca del consiglio comunale odierno, abbiamo ritenuto opportuno nell’interesse della città di partecipare al consiglio comunale al fine di deliberare su argomenti indispensabili per gestire al meglio le risorse economiche con la discussione del bilancio. Prendiamo atto che il consiglio comunale non si è svolto per la mancanza del numero legale dei presenti in aula. Riteniamo tale episodio pregiudizievole per il bene dei cittadini vercellesi perché a nostro modesto parere, la pendenza di un procedimento giuridico al TAR non deve compromettere l’attività del consiglio comunale e la discussione sul bilancio”.

Rimane una ultima notazione: ma se tanto si sapeva da tempo che il Tar si sarebbe pronunciato sulle note questioni, e visto che i tempi del Tribunale amministrativo, come tutti sanno, non sono certo fulminei, perché allora si è scelto a monte di convocare un Consiglio comunale, con tanto di seduta, segretari e personale addetto, per poi mandarla del tutto deserta? Non sarebbe stato più semplice convocare il Consiglio direttamente dopo il giudizio del Tribunale amministrativo? Misteri della politica sempre più macchiavellica che in queste settimane va in scena a Vercelli.

l.a.

Love
Haha
Wow
Sad
Angry

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here