Riceviamo e pubblichiamo
Ormai al Consiglio comunale di Vercelli siamo arrivati alla Saga del Padrino in cui, in maggioranza, tutti sono contro tutti e non ti puoi più fidare di nessuno. Al termine del primo, memorabile, film di Coppola, don Vito Corleone spiega che il traditore, paradossalmente, sarà proprio colui che farà la mossa per promuovere l’incontro pacificatore.
Se Maura Forte fosse una cinefila incallita dovrebbe fare tesoro della lezione di quell’epica pellicola. Ma sembra che al nostro sindaco poco importi di sapere se, di Consiglio in Consiglio, avrà il numero legale per aprirlo, se i suo consiglieri di maggioranza voteranno le delibere di giunta, se i tre gruppi di maggioranza, che si amano come Alì e Frazier nei loro tre indimenticabili match che fecero la leggenda del pugilato, riescano ad accordarsi su qualsiasi cosa. Noi di Vercelli Amica, che pure abbiamo dato il nostro contributo (senza mai chiedere nulla in cambio) quando si trattava di fare qualcosa di concreto e utile per la città, adesso siamo assolutamente dell’avviso che, qualora la maggioranza non riesca a garantire il numero legale, i Consigli comunali non debbano aver luogo. Sappiamo che qualcuno dissente da questa linea drastica: ma politicamente è oggi l’unica perseguibile; la città deve capire se ha ancora una guida, oppure no. E qualora non ce l’abbia più, sarebbe quanto mai opportuno, almeno secondo noi, che i consiglieri solo ipoteticamente di maggioranza firmassero le famose dimissioni che il collega pentastellato Michelangelo Catricalà riproporrà, a tutti (in otto abbiamo già firmato), nella seduta del Consiglio di giovedì 21 dicembre.
Come abbiamo già avuto modo di dire, il “tutti a casa anticipato” potrebbe anche essere un toccasana per lo stesso sindaco Maura Forte che, se pensa di avere operato così bene in questi tre anni e mezzo di mandato per la città, sarebbe messa nelle condizioni di riproporsi con una lista propria, appoggiata o no dal Pd (ma qui sono affari suoi, non ci intromettiamo), per ottenere l’eventuale riconferma.
A noi pare che, ultimamente, Maura Forte, ottenuta Amazon, stia pensando più che altro alla propria immagine in prospettiva elezioni 2019: dunque incontri con gli alpini, alle associazioni, nelle scuole, tagli di nastri, sorrisi a destra e a manca. E, ovviamente, accoglienze festose a Renzi proprio nel giorno in cui non sapeva se aveva i numeri per proseguire il Consiglio comunale.
E’ giunto il momento di dire basta a questa situazione kafkiana. Tre schieramenti politici che non si amano hanno in mano il timone della città e navigano pericolosamente verso iceberg esiziali: si scannano su problemi anche importanti, ma spesso marginali, consumando vendette politiche; giocano a scacchi sulle strategie interne, calcolano assenze e presenze, strologano sui numeri e danno, tutti i giorni, bacchettate alla povera Forte (vedi la recente intemerata del Gruppo misto contro gli amministratori vercellesi di Atena). Può ragionevolmente una città andare avanti così ancora per circa un anno e mezzo? A noi pare impossibile. Maura Forte ci rifletta e mandi a casa non tanto se stessa, ma i congiurati che si è allevata in seno per mancanza di chiarezza politica. E l’opposizione vera, questo è l’appello che facciamo, non supporti più il gioco al massacro della maggioranza garantendo il numero legale quando non c’è. Tranne in caso di oggettivi problemi causati da malattia o da impegni di lavoro inderogabili (e quando ciò è accaduto noi abbiamo sempre garantito il numero legale) se Pd e alleati non riescono a far incominciare o a proseguire i lavori della seduta consiliare, si stacchi la spina. Senza se, e senza ma. Il bene della città, tanto invocato, si chiama chiarezza.
Vercelli Amica