“Ciao papà, che infondevi fortezza e serenità”: il saluto al maestro Ranghino

Il saluto al padre di Riccardo Ranghino sotto gli occhi della sorella Graziella

Vercelli – “Con la sua presenza e il suo essere, papà infondeva fortezza e serenità”. Ha commosso tutti i numerosissimi presenti stamane, in Santa Maria Maggiore, il ricordo che il figlio Riccardo ha fatto del padre, il maestro di musica e canto Sergio Ranghino, scomparso a 93 anni.

Volevano davvero tutti bene a questo signore sempre distinto ed elegante (soprattutto nell’animo) che, per decenni, ha insegnato ad amare la musica ai vercellesi. E Riccardo Ranghino (presente alla esequie con le sorelle Graziella e Laura e con l’intera, numerosa e unita famiglia) lo ha tratteggiato in modo esemplare, sottolineando come tutti i vercellesi oggi serbino il ricordo di una “brava persona, competente e appassionata”, di un uomo che, “pur essendo insegnante non è mai salito in cattedra, perché egli amava soprattutto ascoltare e dare, semmai, pacati consigli”.

Una dolcezza  a tutto tondo che il maestro Ranghino aveva trasferito anche nell’avventura militare (si era arruolato nella Guardia di Finanza) durante la Seconda Guerra Mondiale. “Il suo commilitoni – ha detto Riccardo Ranghino – lo avevano ribattezzato ‘Pacifico e Tranquilli’ perché non si scomponeva mai, anche sotto le bombe”.

Riccardo Ranghino ha quindi aggiunto che, essendo cattolico praticante, il padre si è spento nella serena consapevolezza che avrebbe ritrovato la sua Michela, scomparsa trentadue anni fa. E ha aggiunto: “Papà era molto devoto alla Madonna d’Oropa che, secondo quanto gli raccontò sua madre, l’aveva salvato dalla polmonite quand’era bambino”.

La sorella Graziella, ha quindi aggiunto di avere scoperto, proprio in questi giorni che il grande organista vercellese Giorgio Anselmo Guilla, il vero erede di Arturo Sacchetti, aveva eseguito in pratica tutta la produzione del padre e che di questo fatto Sergio Ranghino era giustamente orgoglioso. Tra i presenti in chiesa,  l’ex sindaco Maura Forte e altri colleghi di giunta di Graziella Ranghino.

Il mite, gentile e intelligente maestro vercellese è stato sepolto con due simboli che gli erano particolarmente cari: la sua bacchetta di direttore d’orchestra e un’immagine della Madonna d’Oropa. In essi è emblematicamente racchiusa la sua intera e generosa esistenza.

edm

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