Continuano le reazioni e le note di condanna rispetto al post poi rimosso del vicepresidente del consiglio comunale di Giuseppe Cannata.
Cgil Vercelli Valsesia
Le affermazioni del signor Giuseppe Cannata – vice presidente del Consiglio comunale di Vercelli – che invitano allo sterminio di “… ste lesbiche, gay e pedofili” destano sgomento, preoccupazione e sdegno da parte della Cgil Vercelli e Valsesia. Tali parole sono inaccettabili.
Non solo si ricorre all’armamentario della destra più becera e omofoba, accostando l’omosessualità alla pedofilia, ma si evocano altresì scenari persecutori da caccia alle streghe.
Nel maggio di quest’anno la città di Vercelli ha accolto il suo primo e bellissimo Gay Pride, incentrato sulle discriminazioni sessuali dei migranti, dove con la forza della gioia e del diritto, si è riaffermata la libertà sessuale di ogni individuo e il rifiuto di qualunque discriminazione.
Le parole del signor Cannata sono, invece, il segno del degrado della cultura politica odierna. L’esponente di “Fratelli d’Italia” avrebbe dovuto, se non altro per buon senso, cancellare quelle frasi all’indomani della sua elezione a vice presidente del Consiglio Comunale, un organo istituzionale che appartiene all’intera città di Vercelli, non a una forza politica piuttosto che a un’altra.
La Cgil – che da sempre è al fianco di tutti gli esclusi e i discriminati – esprime la propria solidarietà all’Arci Gay Vercelli e chiede al signor Cannata, ora esponente di Fratelli d’Italia, di fare un passo indietro evitando però scuse ipocrite.
Riteniamo inoltre che anche il primo cittadino Andrea Corsaro e la Giunta tutta debbano trarre le dovute conclusioni da una simile vicenda.
Federico Bodo
Coordinatore gruppo +Europa Vercelli
Il paradosso della politica moderna, se così la vogliamo chiamare, è che non ci si sconvolge più di tanto se un rappresentante dell’Istituzione del Consiglio Comunale, il Vice Presidente Cannata nello specifico, si lascia andare ad un commento nel quale invita ad ammazzare “Gay, Lesbiche e pedofili”. Non ci si stupisce più di tanto perché sul social network la violenza è ormai all’ordine del giorno, senza filtro alcuno. Lo schermo è una difesa incredibile, erge una barriera invalicabile che protegge da qualsiasi cosa. Al tempo stesso è un’arma che uccide, lo ha già fatto, e le sue ferite sono spesso inguaribili.
Il mondo social è immediato, emotivo, primitivo. Il vissuto in questo mondo è tutto non elaborato, fatto di pance piuttosto che menti. Non si ragiona sul social, ci si sente in diritto di esprimere tutti sé stessi, o tutta l’immagine che si vuole mostrare, senza ragionare sul perché, sulle conseguenze, sul vissuto emotivo che ogni persona ha in relazione ad ogni post.
Se ci si ferma a pensare, un’affermazione qualsiasi di un post qualsiasi ha una risonanza pari ad aprire la finestra in Piazza Cavour il martedì alle 11 e urlare la stessa frase. Arriva a centinaia di persone, proprio come in una Piazza. Perché però gli inquilini di Piazza Cavour il martedì alle 11 non aprono le finestre e gridano la prima cosa che gli passa per la pancia? Il senso del pudore e la vergogna li ferma: dietro ad uno schermo non c’è vergogna, non c’è pudore. Le responsabilità rimangono le medesime però: se il Vice Presidente del Consiglio Comunale Cannata avesse aperto le finestre del Municipio e dal balcone, a fascistissima memoria come evidentemente a lui aggrada, avesse gridato a
gran voce invitando i cittadini ad ammazzare “Gay, Lesbiche e pedofili”, certamente sarebbe stato preso per matto e chiederemmo a gran voce le sue dimissioni: perché non dovremmo farlo in questo caso?
Allo stesso modo, se in Piazza l’Assessore Pozzolo avesse deriso ed insultato un invalido che chiedeva il suo aiuto, non chiederemmo al Sindaco di prendere immediati provvedimenti?
Ricordo ai nostri amministratori, neo eletti a rappresentarci e lavorare per noi, che la loro bacheca di Facebook non è il bar, ma è la Piazza su cui le elezioni le hanno vinte: che mostrino rispetto.
E che mostrino un briciolo di maturità, escano da Facebook e lavorino per i cittadini.
Non abbiamo bisogno di adolescenti al Governo della città.
Nel frattempo Io, tutto il gruppo +Europa Vercelli, insieme immagino ad ogni cittadino di buon senso, esprimiamo solidarietà alla comunità LGBT come alla popolazione invalida e in difficoltà in questo contesto storico culturale che si allontana sempre di più da loro, per ergersi a categoria superiore che amministra senza curarsi degli ultimi.
L’Asl di Vercelli sottolinea che Cannata non è un medico in forza all’ospedale di Vercelli, ma è in pensione.
In queste ore abbiamo ricevuto più segnalazioni da parte di cittadini che hanno voluto esprimere, anche con post e messaggi pubblici, il disappunto e lo sconcerto in seguito alle affermazioni pronunciate da Giuseppe Cannata ritenendolo un medico in forza alla nostra Asl. Per dovere di cronaca e per opportuna informazione precisiamo che Giuseppe Cannata non è più un dipendente della nostra azienda dall’1 gennaio 2013, data da cui è decorso il suo pensionamento.
M5S e Michelangelo Catricalá con i senatori e deputati piemontesi del movimento
Quanto scritto su gay e lesbiche dal vicepresidente del Consiglio comunale di Vercelli eletto con Fratelli d’Italia, Giuseppe Cannata, sono di una gravità inaudita. Chiediamo le sue dimissioni immediatamente: non è in alcun modo tollerabile che un rappresentante dei cittadini inciti all’omicidio. Così si supera ogni limite e non possiamo consentirlo: non solo per la comunità Lgbti di Vercelli e d’Italia, ma per tutti i cittadini, che non possono e non devono nutrire dubbi sul fatto che le istituzioni sono al loro fianco, tutelano i loro diritti e combattono ogni forma di pregiudizio e discriminazione”.
“Cannata si è successivamente scusato per quanto scritto e ha rimosso il suo post: purtroppo per i destinatari di quelle terribili dichiarazioni, certi messaggi lasciano un segno molto più duraturo, fomentando l’odio, l’intolleranza e il pregiudizio. La paura e senso di solitudine che Cannata ha contribuito a creare nelle persone Lgbti non si cancellano con delle scuse”.
“Le dichiarazioni di Cannata, tra l’altro, arrivano poco dopo un’altra scandalosa esternazione di un assessore di Vercelli, sempre di Fratelli d’Italia. Ansioso di attaccare le politiche di sostegno e reinserimento sociale delle persone più in difficoltà messe in atto da questo Governo, Emanuele Pozzolo non si è reso conto di dare del ‘parassita’ dello Stato a un invalido civile al 100%”.
“Condanniamo con fermezza questo tipo di linguaggio e di mentalità. Il MoVimento 5 Stelle è vicino a tutti i soggetti più deboli e lavora per migliorare la loro condizione, materialmente e psicologicamente, nel rispetto della nostra Costituzione. Anche nel caso dell’Assessore al Decoro urbano chiediamo le dimissioni immediate”.





