Guala (Anffas): “Nessun oss passato alla Coop Celeste perderà un solo centesimo di stipendio”

Da sinistra: Mitola, Meazza e Guala

 

Vercelli – “Nessun operatore oss, passando dall’Anffas alla Cooperativa sociale ‘Celeste’ di Omegna, perderà un solo centesimo in busta paga: le dichiarazioni riportate su un giornale  in cui si afferma che sarebbe stato proposto un contratto con perdite fino a 600 euro all’anno sono assolutamente prive di ogni fondamento”.

Lo ha affermato il presidente dell’Anffas Giorgio Giuala oggi, in una conferenza stampa convocata alla presenza del suo vicepresidente Massimo Di Lauro, della direttrice sanitaria della struttura “Muni Prestinari”, la dottoressa Sally Calva, e di due esponenti della Coop, la presidente Cesarina Miazza e il componente il Cda, Claudio Mitola.Presenti anche alcuni ex operatori passati appunto alla “Celeste” che continuano a svolgere il lavoro che avevano sempre fatto per l’Anffas e che hanno confermato di non aver riscontrato neppure un centesimo di meno rispetto al passato nei cedolini dello stipendio già ricevuti, dopo il licenziamento e il passaggio immediato alla Cooperativa di Omegna.

”Abbiamo convocato questa conferenza stampa – ha detto Guala – per rispondere ad una serie di falsità apparse sui giornali”. Il presidente dell’Anffas ha quindi riassunto tutta la vicenda che prende il via quando l’Anffas discute al proprio interno, poi attuandola, la scelta di “esternalizzare” i servizi svolti dagli oss (ma non dagli educatori) all’interno della struttura “Muni Prestinari”, che accoglie 31 persone diversamente abili, giovani ma anche settantenni: venti durante il giorno, undici anche la notte.

”Dal punto di vista economico e organizzativo -ha spiegato il presidente dell’Anffas – ci siamo accorti che non potevamo più gestire direttamente questo tipo nei servizio, svolto da undici persone. Tra il febbraio e il maggio di quest’anno abbiamo quindi convocato una serie di riunioni anche con i sindacati, pur essendo l’esternalizzazione materia che poteva essere trattata anche senza ricorrere alla mediazione sindacale. “E – aggiunge Mitola – considerando che l’esternalizzazione  non prevede l’obbligo della riassunzione del personale che viene licenziato”.

Ha proseguito Guala: alle riunioni hanno preso parte sindacalisti della funzione pubblica, ma anche sindacalisti che non si occupano specificatamente di questo settore. Il 26 aprile, due organizzazioni sindacali ci hanno fatto sapere che erano contrarie alla nostra scelta, ma a maggio noi abbiano riconvocato le parti all’Ascom e l’abbiano ribadita, fissando una data: dal 10 giugno i nostri servizi socio assistenziali sarebbero stati affidati alla Cooperativa sociale “Celeste” con la riassunzione di tutti i dipendenti, con lo stesso stipendio fissato dal contratto nazionale Anffas (più alto rispetto a quello stabilito successivamente per le Coop sociali) alla fine dello scorso anno. Unico problema erano i giorni di ferie: il contratto delle Coop sociali prevedeva quattro giorni in meno all’anno, la ‘Celeste’ ne ha così aggiunti due”.

A quel punto, si trattava di firmare il contratto: sette dipendenti l’hanno fatto, quattro no, risultando quindi a tutti gli effetti licenziati. Le persone che non avevano firmato il nuovo contratto con la Coop “Celeste” si sono quindi affidate ai sindacati che, protestando, hanno organizzato riunioni anche in prefettura. Ma le due riunioni decisive si sono svolte presso l’ispettorato del Lavoro, la seconda, e definitiva, il 10 luglio. “La Commissione per la conciliazione – ha detto Guala – ha preso atto che non era stato raggiunto un accordo tra le quattro persone e la Cooperativa di Omegna, ma ha avallato l’assoluta regolarità di tuitta la procedura seguita”.

”Ora leggo – ha aggiunto Guala – di leggi disattese, di agitazioni, di ricorsi al tribunale. A proposito di quest’ultima affermazione, abbiamo la lettera di un’avvocato (una donna) che, a nome delle persone che non hanno firmato per la ‘Celeste’, ci imputava appunto il mancato rispetto dei contratti vigenti, ma che ci richiedeva, alla fine, un incontro per una ‘definizione bonaria” della vertenza. Noi abbiamo semplicemente risposto che, secondo la Commissione di conciliazione dell’ispettorato del lavoro, tutto si è svolto nel più assoluto rispetto delle regole. Per quanto riguarda le azioni di sciopero, staremo a vedere: a noi risulta che la stragrande maggioranza dei dipendenti non abbia intenzione di fare alcunché”.

 

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