Caresana, “le educatrici non sapevano degli abusi su minori” Il tribunale annulla la misura cautelare

Il 22 maggio 2020 il Tribunale del riesame di Torino ha annullato la misura cautelare interdittiva applicata nei confronti di due coordinatrici e di due educatrici della comunità per minori ‘Casa Vittoria’ di Caresana (Vc), negando che le stesse abbiano concorso nei gravi delitti contestati ad alcuni minori (che, in ogni caso, dovranno essere accertati dal Tribunale per i Minorenni). Per loro nessuna consapevolezza degli abusi, nessun dolo, nessun concorso nelle violenze.

Facendo un passo indietro, il 7 dicembre del 2019 il Tribunale di Vercelli dispose il sequestro preventivo della struttura piemontese (gestita da cooperativa sociale elleuno). “Gravissima l’accusa mossa dalla Procura di Vercelli – spiegano da Elleuno -, secondo la quale le educatrici avrebbero concorso nel delitto di violenza sessuale di gruppo a danno di un’ospite del Centro Educativo Residenziale, non impendendo che alcuni ragazzi abusassero ripetutamente di una minorenne”. Da qui la misura cautelare interdittiva del divieto di svolgimento della loro attività a contatto con minori.

Secondo l’accusa le educatrici erano al corrente delle violenze e nulla avrebbero fatto per aiutare la ragazza e la stessa struttura doveva essere chiusa perché pericolosa, inidonea ad ospitare minori da educare ed aiutare in un percorso di studio e crescita.

“Accuse cui Elleuno non ha mai dato credito perché conosce la professionalità, la preparazione e l’umanità dei propri soci-lavoratori ed ha confidato nelle giuste decisioni di Giudici imparziali – dicono dalla cooperativa -. E difatti l’attesa non è stata vana: ricordiamo che già il 17 gennaio 2020 il Tribunale del riesame di Vercelli dissequestrò la comunità ‘Casa Vittoria’ escludendo che avesse mai evidenziato carenze organizzative o gestionali. Poi ecco la decisione di pochi giorni fa del Tribunale del riesame di Torino che rende giustizia a una comunità che ha subìto una eco mediatica dirompente: elleuno, per qualcuno, gestiva una casa degli orrori. Televisioni, carta stampata e web hanno aderito acriticamente alla ricostruzione degli inquirenti e descritto la “Casa” di Caresana come una nuova “Bibbiano”. Ma non era una casa degli orrori: era semplicemente una casa in cui si è cercato di aiutare dei ragazzi a crescere ed a vivere”.

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