Asl e famiglie per contrastare la dispersione scolastica

Vercelli – Sabato 2 dicembre si è tenuto presso l’aula magna dell’Ospedale Sant’Andrea il convegno “Famiglie in gioco con la scuola per contrastare la dispersione scolastica”, tappa conclusiva del progetto “Una scuola grande come il mondo” finanziato dalla Compagnia di S. Paolo.

Organizzatore della mattinata di studio è stata l’Azienda Sanitaria VC in collaborazione con la cooperativa L’abbraccio di Varallo e l’associazione Eudossia di Vercelli.

Tra i partecipanti la referente della Compagnia di S. Paolo, i dirigenti degli Istituti Comprensivi di Cigliano, Pray e Quarona, gli insegnanti delle scuola primaria e secondaria di primo grado, oltre ad alcuni genitori che hanno aderito all’iniziativa. È stato sulle competenze di questi ultimi che la Struttura di Psicologia dell’ASL di Vercelli ha sviluppato il progetto. Una scuola che vuole contrastare la dispersione scolastica si deve interrogare sulla sua capacità di creare ambienti favorevoli nei quali gli studenti e le famiglie possano sentire accolte le proprie aspettative e dove sia possibile trovare le risposte ai problemi specifici delle particolari fasi di sviluppo. Inoltre, una maggiore connessione della scuola con le risorse professionali e associative del territorio permette di offrire un arricchimento delle offerte formative e delle risorse di sostegno.

L’attività realizzata nel corso degli anni scolastici 2016/2017 e 2017/2018 ha riguardato l’offerta di attività ludico-educativi per i bambini e i ragazzi, il potenziamento degli sportelli scolastici e dei servizi di sostegno ai compiti, e l’attivazione di gruppi di genitori. Lo scopo di quest’ultima iniziativa era offrire ai genitori la possibilità interrogarsi sul proprio ruolo e su quello della scuola nei confronti dei bisogni dei propri figli.

A conclusione del convegno i partecipanti hanno convenuto che la costituzione di tali gruppi, le cui caratteristiche erano di essere costituiti da famiglie provenienti da classi diverse, sia per sezione che per età dei figli, e di non essere strettamente funzionali alla didattica (come avviene ad esempio per la figura del rappresentante di classe), può costituire un’ulteriore risorsa a disposizione della scuola a beneficio degli studenti, oltre ad aumentare il rapporto di fiducia con l’istituzione scuola.

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