Anche il Rettore insiste: “Sant’Andrea diventi ospedale Covid”. Ma nel piano regionale, prima ci sono Borgosesia e Borgomanero

 

Covid: di ora ora in ora si sta facendo sempre più difficile la situazione all’ospedale “Sant’Andrea, dove continua a salire il numero dei ricoverati, anche in condizioni medio-gravi di Covid. Oggi, la primaria del Dea, la dottoressa Roberta Petrino, ha detto che, rispetto a ieri, la situazione dei ricoveri è leggermente migliorata. Ma le terapie intensive sono ormai colme e si è già dovuto riconvertire a Covid un reparto, la Pneumologia. Nei prossimi giorni – e sembra purtroppo di essere tornati ai tempi della scorsa pandemia – si valuterà se chiudere gli ambulatori e dirottare gli interventi chirurgici alla clinica Santa Rita. Per il momento la Rianimazione normale è ancora “pulita”, ma la situazione si sta facendo di nuovo complicata.

E a complicarla ulteriormente, da Novara arriva la notizia che adesso, dopo il sindaco Canelli (come tutti ricorderete), anche il Rettore dell’Upo, Giancarlo Avanzi, che è anche il direttore del Pronto soccorso del Maggiore, in un’intervista concessa a La Stampa ha ribadito: Borgosesia, indicato al primo posto dal piano pandemico regionale, non può essere l’ospedale Covid del Quadrante perché ha pochi posti letto. E ha riproposto Vercelli. Peccato che da Novara si continui a dimenticare che prima del Sant’Andrea, e dopo appunto Borgosesia, il piano pandemico della Regione preveda com ospedale Covid di Quadrante quello di Borgomanero.

Certo, il Sant’Andrea è assai più facilmente raggiungibile da Novara, ma non si vede proprio perché, pur tutelando il diritto dell’ospedale Maggiore novarese, l’unico “hub” di quadrante (cioè con le super specializzazioni) di non essere assediato dal Covid per poter compiere le sue attività, si debba per forza far diventare tutto Covid un ospedale spoke come il “Sant’Andrea”, trasferendo i degenti da altre parti e soprattutto rendendolo di fatto indisponibile ai vercellesi afflitti da altre patologie.

Fin da quando si è posta la questione, con la ripresa esponenziale dei contagi, Alessando Stecco, che lavora per l’Asl di Novara, ma che è anche vercellese e che si trova adesso nella delicata posizione di Presidente della Commissione regionale alla sanità, ha cercato di dirimerla.

Stecco è stato tra i primi a sottolineare che il piano pandemico regionale aveva indicato al primo posto come ospedale Covid di Quadrante Boergosesia, seguito da Borgomanero e quindi eventualmente dal Sant’Andrea. E oggi, pur rilevando la situazione sempre più difficile del Maggiore, che deve essere assolutamente preservato vista la sua funzione “hub”, pensa che il piano pandemico sia efficace, ma che non sia potuto partire come avrebbe dovuto a causa di problemi da risolvere il più in fretta possobile. “Ed è proprio per questa ragione – dice – che il dottor Gianfranco Zulian è stato chiamato a guidare la nuova struttura regionale per l’emergenza Covid. L’Asl di Vercelli perde un grande direttore sanitario aziendale, ma Zulian è l’uomo giusto per affrontare una situazione molto delicata e difficile, partendo appunto dal decongestionamento Covid del Maggiore senza puntare subito su Vercelli”.

L’aumento sempre più rilevanti non solo dei positivi, ma soprattutto dei ricoverati nelle terapie intensive, anche di Vercelli, sta provocando problemi enormi anche nella gestione dei tamponi da parte dei medici di famiglia. “La piattaforma Covid – dice il dottor Pier Giorgio Fossale, presidente dell’Ordine – è ormai sempre più lenta nel darci risposte per noi e dunque per i nostri assistititi essenziali. Io oggi, domenica, aspetto ancora sia l’esito di tamponi fatti mercoledì, sia la data di esecuzione di altri che avevo richiesto da giorni. Non è possibile”.

La stessa responsabile del Sisp, la dottoressa Virginia Silano, durante Una recente conferenza stampa, aveva ammesso che le cose stanno purtroppo così, perché il numero di richieste di tamponi nel servizio sanitario pubblico è ormai elevatissimo (nei giorni scorsi si è toccato anche il doppio di tamponi trattati dal Laboratorio dei Vercelli rispetto a solo poche ore prima) e dunque si spera nell’utilizzo sia dei tamponi antigenici rapidi sia nel Centro Analisi Ipazia di Novara che adesso verrà utilizzato anche da Vercelli.

Un altro problema sollevato da medici autorevoli vercellesi come lo stesso Fossale, nonché dal Segretario dei Medici di Famiglia Gianni Scarrone e, in un post Facebook molto seguito, dalla dottoressa Amalia Popescu, è la mancanza di “protocolli”  efficaci forniti ai medici di famiglia per l’utilizzoa di farmaci con cui fronteggiare domiciliarmente il virus, scongiurando così sia il ricorso sia ai Pronto soccorso, sia ai ricoveri ospedalieri. A livello nazionale, nessuno si è sognato ad esempio di chiedere conto all’Aifa (l’Agenzia italiana del farmaco) del perdurare dell’ostracismo contro il Plaquenil (la famosa idrossiclorochina) deciso dopo un articolo apparso sulla prestigiosa rivista Lancet, ma considerato inattendibile da parte di un larghissimo fronte sanitario internazionale.

Che in questi mesi nessuno, a livello nazionale (a livello regionale bisogna dare atto che tentò di farlo il pur tanto criticato assessore regionale Icardi), abbia pensato di radunare rianimatori, infettivologi, pneumologi, e medici di famiglia per concordare – in assenza purtroppo di un farmaco specifico – linee-guida efficaci per il trattamento iniziale dei primi sintomi, che non fossero appunto il consiglio di usare la Tachipirina, ha dell’incredibile.

Ed infine, e qui lo denuncia con forza ancora una volta Fossale, è ancora più incredibile come, nei mesi di apparente tregua, non si sia proceduto a tambur battente alla realizzazione di sempre più posti di terapa intensiva.  “Io ho un sospetto – confida, amaro, il dottor Fossale – e cioè che si sia dato soprattutto retta agli articoli irridenti di Travaglio sulle spese esagerate per l’ospedale all’ex Fiera di Milano, nella sua famosa e, alla luce dei fatti ingiustificata, polemica con Bertolaso. Dico solo questo: anche le scialuppe di salvataggio sulle navi sono un onere piuttosto rilevante, e molto spesso, anzi per fortuna quasi mai, non vengono utilizzate. Ma in caso di naufragio solo l’unica salvezza”.

edm

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1 commento

  1. L’interessantissimo articolo mostra tutte le componenti della Sanità della nostra area intervenire in totale dissenso l’uno con l’altro e tutti dal Governo: meglio il dissenso del mutismo connivente di questa primavera. Lorsignori cominciano a fiutare grossi cambiamenti e cercano di mettersi in salvo, non dal covid ma dalle “grandi pulizie” dei prossimi o futuro-remoti governi? Silenzio solo sul vero grado di sofferenza dei malati di covid e sulla reale consistenza numerica di quelli in pericolo di vita: i malati di sola “pandemia” .. che, fortunatamente, malgrado i generici proclami di Conte (con l’eco dei “sotto-posti”), sembra siano ancora rilevabili con la facilità della quale godono i filatelici nel trovare un Gronchi Rosa.
    Questo è lo stato della Sanità ma soprattutto della (lezione propedeutica di-) … https://www.youtube.com/watch?v=3iccz42Yfxs&t=19s

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