A Controluce Max Giannotta ha raccontato la sua nuova passione per l’astrofotografia: grande successo

Giannotta al Controluce con il presidente De Salvador (foto Greppi)

Come lui stesso ama raccontare, la passione per la fotografia è nata nel 1992, quando regalò una macchina fotografica alla sua ragazza (che adesso è sua moglie), appassionandosi lui alla fotografia. E dopo anni di attività amatoriale, il salto di qualità con la professione di fotografo realizzata grazie alla collaborazione con un giornale locale. Oggi, anche con il tesserino di giornalista, Max Giannotta è uno dei più quotati fotografi vercellesi e, mostre a parte, le sue immagini delle celle temporalesche che ormai compaiono sempre più frequentemente nei nostri cieli sono tra le più ammirate (e temute, per l’effetto che sanno produrre) su Facebook: spesso, su sua autorizzazione, sono state pubblicate anche dal nostro giornale.

Ed ora Giannotta dai cieli è passato all’Universo: folgorato da quanto aveva ammirato  visitando con la moglie l’osservatorio astronomico di Nus, si è comprato il kit necessario per fotografare il cosmo e lo ha man mano potenziato, raggiungendo risultati sempre più eccellenti, che puntualmente riporta sulla sua pagina Facebook, attirando consensi entusiastici e ammirazione.

Questo passaggio dalla fotografia all’astrofotografia non poteva non attirare l’attenzione di un circolo attento qual è il Fotocine Controluce che ha invitato Giannotta, per bocca del presidente Dario De Salvador, a tenere una conferenza: l’evento, di fronte ad una platea folta, attenta e incuriosita, si è svolto ieri sera. L’alluntamento, riuscitissimo, sarà ripetuto con una dimostrazione pratica del fotografo vercellese sulla non facile arte di fotografare il cosmo.
Difatti ai soci del Controluce e anche agli spettatori esterni di ieri, Giannotta ha raccontato quanto sia difficile cogliere subito i primi risultati apprezzabili: l’astrofotografia, ha chiarito, pretende soprattuto pazienza, pazienza e ancora pazienza, aggiungendo che, stava mollando tutto, dopo la “rivelazione” di Nus, quando una notte, all’improvviso, un’immagine catturata della Costellazione di Orione ha riacceso entusiasmo e passione. Era l’ottobre del 2022. Giannotta era felice per l’incontro di ieri, doppiamente felice perché in sala era presente anche l’amico fraterno che egli ha sempre considerato più maestro che collega, Renato Greppi.

Edm

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2 Commenti

  1. Se l’astrofotografia esercita su Tutti
    il fascino dell’ignoto e del remoto
    cosa si potrà mai dire
    “delle celle temporalesche”.
    se non
    “che ormai compaiono
    sempre più frequentemente
    nei nostri cieli” ?
    Allora, raffrontando tali inoppugnabili prove
    (a noi vicine)
    del cambiamento climatico
    con le foto del cosmo intero,
    mi vien spontaneo il quesito
    se anche nei mondi più remoti
    gli extraterrestri lamentino
    ed assistano agli stessi
    inopportuni cambiamenti
    .. in tal caso avremmo la conferma,
    evidente,
    dell’imperizia ed instabilità di Dio
    e del creato .. sperando che, almeno,
    pure lassù (sui pianeti) abbiamo la fortuna
    di trovarsi attorniati da Dei nuovi,
    provvidenziali,
    come noi abbiam Bill Gates
    George Soros e altri.

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