Dopo 17 anni la bambina che Olmo soccorse in Thailandia è cittadina italiana

Da sinistra, Olmo, Phornkhwan Vichitnant, Pontip Maiocchi e Angela Oliviero questa mattna a San Germano

Benefattore soprattutto degli “ultimi” evangelici (i poveri, i bambini) Carlo Olmo, neo Cavaliere Bianco del Coronavirus, è ormai famoso ovunque per le imprese che riesce a condurre in porto, alcune delle quali al limite dell’impossibile: e oggi il Tg2 si è occupato dell’ultima “missione” avviata dal filantropo vercellese, ovvero quella di portare per tre mesi nella nostra Vercelli 34 tra medici e infermieri dalla Cina per affiancare gli operatori sanitari impegnati in una nuova, durissima battaglia contro il Covid.

Ma la generosità di Olmo è, per la verità assai più datata e chi scrive può testimoniarlo perché lo seguì in alcune missioni umanitarie che l’allora giovane avvocato, insieme al compianto padre, Piero, portò a termine con abnegazione, sacrificio e coraggio, già molti a anni fa.

Michela Rosetta ascolta il giuramento alla Costituzione della giovane thailandese

Ad esempio, nel 2003, lo studio legale Olmo venne investito di un problema che sembrava difficilmente risolvibile.Una bimba thailandese che allora aveva sei anni, Phornkhwan Vichitnant (per comodità la chiameremo con il suo vezzeggiativo Pi’ò, o Ma Pan) dopo il divorzio dei genitori venne affidata dalla giustizia thailandese alla nonna materna, che si chiama Pontip e che aveva sposato in seconde nozze un sangermanino, Antonio Maiocchi.

Pontip e Antonio Maiocchi erano felici di poter accogliere subito Pi’ò e avevano già programmato l’iscrizione alla scuola elementare e tanto altro per la nipotina; ma a causa di un contrasto burocratico tra il ministero degli Esteri e quello dell’Interno, unito all’ignavia dell’ambasciata italiana a Bangkok, la piccola non riusciva a venire in Italia e rischiava di incominciare una vita di difficoltà e di indigenza abnormi perché né il padre né la madre avevano la possibilità di mantenerla in Thailandia.

Non appena il “caso” era finito sul tavolo di Piero e Carlo Olmo e dell’allora praticante nel loro ufficio, la dottoressa Giovanna Ruffini, il futuro benefattore vercellese aveva deciso subito di rompere gli indugi e si era precipitato a Bangkok, accompagnato dalla sua attuale compagna di vita, Angela Oliviero, per “presidiare” di fatto l’ambasciata italiana. E quei dieci giorni di “assedio” erano stati alla fine essenziali per ottenere il visto al trasferimento di Pi’ò.

E oggi, il giorno tanto atteso. A 23 anni, la giovane thailandese, che di fatto è sempre vissuta a San Germano Vercellese, e che è prossima alla laurea, ha ottenuto, nel municipio del paese, la cittadinanza italiana giurando fedeltà alla nostra Costituzione di fronte alla sindaca Michela Rosetta.

Diciassette anni fa, Olmo e la Oliviero in Thailandia con Pi’ò e nonna Pontip

E quest’ultima – che nelle settimane scorse già aveva assegnato a Olmo un encomio solenne a nome del paese per gli aiuti ricevuti durante la pandemia – non poteva non convocare, per l’occasione, Carlo Olmo e Angela Oliviero, principali artefici della buona riuscita della missione di allora.

Ciò si è verificato questa mattina, rispettando tutte le norme sulla sicurezza e gli spostamenti e, con estremo orgoglio Carlo Olmo ha potuto celebrare, con gioia, quel sogno condiviso con Pi’ò e con i nonni Pontip e Antonio, quando ancora il Covid era lontano ma già aleggiava lo spirito di altruismo e generosità di un uomo di cui Vercelli per sempre sarà orgogliosa.

edm

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