Vestiti ed esci a vedere: “Il colore nascosto delle cose”

“IL COLORE NASCOSTO DELLE COSE” (Italia, Vercelli)

Regista tra i più estrosi e sensibili del nuovo cinema italiano, Silvio Soldini ha creato, nel 1999, quel piccolo grande gioiello che era “Pane e tulipani”, con una strepitosa Licia Maglietta, di cui era stato impossibile non innamorarsi. Poi, altre prove convincenti, altre un po’ meno (ma sempre più che rispettabili), ed eccoci a questo “Il colore nascosto delle cose”, che fu presentato fuori concorso all’ultima Mostra di Venezia.
Racconta, con tatto e cuore, l’amore che sboccia tra Teo, creativo pubblicitario interpretato da Adriano Giannini (lo ricordiamo soprattutto in “Le conseguenze dell’amore” di Sorrentino) ed Emma , una donna cieca che fa l’osteopata, interpretata da una sempre più brava (anche come regista: ricordate il sorprendente “Miele”?) Valeria Golino.

Non è la prima volta che Soldini tocca il tema delle persone non vedenti – ad esempio nel documentario “Per altri occhi” – e anche stavolta lo fa con commossa condivisione, fin dall’incipit: con alcuni amici, infatti, Teo decide di partecipare all’esperienza di “Dialogo nel buio”, in cui persone vedenti vengono accompagnati in un percorso privo di fonti luminose da un cieco, oppure, nella fattispecie, da una cieca (Emma, appunto), che poi il protagonista del film ritroverà più avanti.
Opera assolutamente imperdibile per il confronto tra due psicologie che, almeno all’inizio, sembrano assolutamente distanti e inconciliabili, ma che invece finiranno col compenetrarsi.

LA RECENSIONE-FLASH.

“COCO” Preceduto stavolta da un non memorabile cortometraggio (una caduta di qualità per la Disney), prolisso e niente affatto coinvolgente, ecco, invece, un gioiello di animazione premiato (giustamente) pochi giorni fa ai Golden Globes come “miglior cartoon” del 2017.

Già due anni fa cantammo le lodi di un prodigioso film di animazione, sempre della Disney, “Inside Out”. Se possibile, “Coco” ci è piaciuto ancora di più: la storia è bella, coinvolgente e commovente. Esplora un tema tutt’altro che agevole qual è quello della morte e, soprattutto, la rimozione del ricordo della morte, che cancella l’essenza di ogni essere umano. La terribile dissoluzione del clochard dimenticato da tutti, che si aggrappa agli accordi di chitarra per non sparire per sempre, è un momento davvero toccante e unico, probabilmente, nella storia dei cartoon di ogni tempo.

Tutti i personaggi, a partire dall’anziana che dà il titolo al film, sono memoriabili ma noi abbiamo adorato Héctor e il cane Dante. Come tutto il film del binomio sempre più vincente Disney-Pixar. Applausi a scena aperta al regista, Lee Unkrich e al co-regista Adrian Molina. Il nostro voto: 9,5.

 

Ecco la programmazione dei film al cine Italia di Vercelli

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