Vercelli: ancora alta tensione in carcere, il Sappe invoca una ispezione del Ministero

Ancora tensione al carcere di Vercelli, a causa di materiale non consentito trovato durante una perquisizione, e protesta della Polizia Penitenziaria in servizio per le pesanti condizioni lavorative vissute a Billiemme.
La denuncia arriva dal Sindacato della Polizia Penitenziaria, il Sappe, con il segretario regionale Mario Corvino che spiega come ieri mattina sia stata condotta una movimentata perquisizione nel carcere. Gli uomini della Polizia Penitenziaria hanno infatti esaminato e perquisito ogni anfratto delle Sezioni detentive del carcere trovando in una cella diverso materiale, anche pericoloso, ovviamente non consentito.
Attacca Corvino: “la situazione interna al carcere è diventata invivibile. Gli Agenti di Polizia Penitenziaria protestano per la mancanza di personale, una organizzazione dei servizi assolutamente fallimentari e fatiscente ma soprattutto per una situazione di precaria sicurezza individuale per chi lavora in prima linea nelle sezioni detentiva e, più in generale, del carcere stesso”.
Prosegue Crovino: “Ieri i nostri Agenti, nel corso di una perquisizione in una zona occupata da soli detenuti stranieri, hanno rinvenuto e sequestrato materiale pericoloso di cui, ovviamente, non è consentito il possesso. Parliamo di alcuni rudimentali coltelli e di altri oggetti atti ad offendere, un grande accumulo di tabacco e sigarette, un bidone di frutta macerata per fare artigianalmente la grappa in cella e medicinali di vario genere. Alle contestazioni del personale di Polizia Penitenziaria hanno fatto seguito momenti di grande tensione, con i detenuti che hanno iniziato a insultare e minacciare gli Agenti e l’altro personale, cercando lo scontro fisico e gettando a terra proprio il bidone con l’intruglio di frutta macerata ed il liquido macerato. Si è vissuta una situazione di altissima tensione, per fortuna gestita al meglio dall’Ispettore di servizio e da tutto il personale che sono riusciti a mantenere la calma e la lucidità per continuare ad esercitare le proprie funzioni”. Corvino rammenta “da mesi il SAPPE chiede, inascoltato, un’ispezione ministeriale in carcere per verificare le molte anomalie che si registrano sistematicamente, con conseguente inasprimento della tensione nella Casa Circondariale di Vercelli”. “Ed è grave che non sia stata fatta, questa ispezione, perché avrebbe accertato la fondatezza delle lamentele sindacali. Ormai a Vercelli il carcere è allo sbando e per questo torniamo a chiedere pubblicamente che chi di dovere tenga in considerazione le criticità di un Istituto che non è più in condizione di gestire le troppe tipologie di detenuti, con una presenza di soggetti dalla personalità particolarmente violenta, senza alcuna possibilità di diversa collocazione all’interno dell’Istituto. E mi sembra palese ed evidente che sia giunta l’ora di avvicendare il Comandante del Reparto di Polizia Penitenziaria, che non riesce a fare fronte alle costanti e quotidiane criticità ed evidentemente non ha adeguati stimoli professionali”.

Il Segretario Regionale del SAPPE Vicente Santilli  torna ad evidenziare come “la situazione delle carceri piemontesi è a livelli allarmanti e non si vedono quei provvedimenti correttivi che il SAPPE sollecita da anni nell’indifferenza generale, anche in relazione al fatto che mancano i funzionari ed i dirigenti di Polizia al comando dei reparti ed i sottufficiali pressochè in quasi tutte le sedi. Quel che è accaduto nel carcere di Vercelli e le conseguenze derivanti  hanno portato alla luce una volta di più le priorità della sicurezza (spesso trascurate) con cui quotidianamente hanno a che fare le donne e gli uomini della Polizia Penitenziaria”.
Donato Capece, segretario generale del SAPPE, rivolge “solidarietà e vicinanza al Personale di Polizia Penitenziaria di Vercelli, che ancora una volta hanno risolto in maniera professionale ed impeccabile di due gravi eventi critici” e torna a sollecitare il Ministero della Giustizia per non avere assunto a tutela dei poliziotti penitenziari in servizio in Piemonte, “sempre più spesso aggrediti, minacciati, feriti, contusi e colpiti con calci e pugni da detenuti e, nonostante, senza alcuna tutela reale della propria incolumità fisica personale. Gli eventi critici contro gli appartenenti alla Polizia Penitenziaria sono aumentati in maniera spaventosa, accentuati anche dalla scellerata vigilanza dinamica delle carceri che è alla base di tutta questa violenza inaccettabile. Rivendichiamo tutele e garanzie funzionali nuovi strumenti che migliorino il nostro servizio bodycam e Taser su tutti nuovi protocolli operativi e soprattutto tutele legali. Parole poche, fatti tanti, e le aggressioni contro la Polizia Penitenziaria continuano. E questo è grave e inaccettabile!”

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2 Commenti

  1. Siamo al solito punto.
    Non si può che stare dalla parte dei tutori dell’ordine i quali, sottoposti a circostanze insostenibili, ancora si recano al lavoro per senso di responsabilità e anche per poter sopravvivere. Si segnala che i maggiori guai provengono da occupanti di altra nazionalità .. che (aggiungo io) spesso provengono da Paesi che, approfittando del nostro principio di base dell’Accoglienza (“prendiamoli tutti”) hanno provveduto a svuotare le (loro) carceri e a riempire i barconi. Rimandarli al mittente lamentando che lil “materiale spedito” non “funziona” in maniera accettabile?
    Che ce ne facciamo dei delinquenti di tutto il mondo?

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