Un’inedita lettera di Zaccagnini sull’uccisione di Moro

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Vercelli – La presentazione del libro dello storico e ed ex assessore regionale alla Cultura Gianni Oliva “Il caso Moro (la battaglia persa di una guerra vinta), a cura dell’Associazione “Riflessione e Proposta” e del Meic, il Movimento ecclesiale di impegnino culturale, venerdì, nell’aula magna del Seminario, ha ottenuto il rilevante successivo di pubblico e ha rappresentato un salutare ritorno alla riflessione e al dialogo politico, in tempi in cui questi due termini appaiono, purtroppo desueti.

Moderati dalla giornalista Michela Trada, sono intervenuti l’autore, l’ex ministro Guido Bodrato (che visse direttamente e con angoscia quei drammatici 55 giorni del 1978) e il presidente nazionale del Meic, Tiziano Torresi.

Clou dell’appuntamento, la lettura, in assoluta anteprima, da parte di Bodrato, di una toccante lettera scritta alla propria moglie dal segretario nazionale della Dc ai tempi del rapimento Moro, Benigno Zaccagnini, a due soli giorni dalla morte avvenuta a Ravenna il 5 novembre del 1989.

In quella lettera, che Bodrato ha letto trattenendo a stento le lacrime, Zaccagnini, a distanza di undici anni da quei giorni che sconvolsero l’Italia, appare ancora angosciato per non essere riuscito a salvare l’amico e maestro e scrive appunto alla moglie che solo una persona avrebbe potuto dargli i consigli giusti in quel frangente, Aldo Moro stesso.

Una testimonianza importante e toccante, accanto a tante altre ricordate nel confronto. Oliva, parlando della propria iniziativa di avere portato nelle scuole un testimone diretto (una vittima) della violenza delle Br ha detto, applauditissimo, che sono persone come quelle che si dovrebbe ascoltare per approfondire la storia dei terribili anni di piombo, non le varie Balzerani o Faranda, pagata, quest’ultima, profumatamente per parlare negli studi televisivi delle atrocità commesse da lei stessa.

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