Un trombettista irreale è planato ieri sera (dal Cielo?) sul teatro Civico

 

Vercelli – Ogni sera di questo XXII Viotti Festival usciamo ammirati dal Civico e grati alla Ducale per la scelta di un cartellone semplicemente non comune. Ma stasera siamo usciti sbalorditi, domandandoci se quel quarantaduenne trombettista russo fosse o meno reale. Un collega giornalista, nonché gourmet, che ha ascoltato il concerto con noi, a proposito delle sbalorditive Variazioni su “Il Carnevale di Venezia”, ha sintetizzato in un modo forse irrituale, ma efficace, così: “E’ stato come gustare una crema chantilly in paradiso”.

Nakariakov era arrivato a Vercelli, per l’unico concerto italiano della tournée che lo porterà quest’anno in tutto il mondo, preceduto da una fama invidiabile: da Paganini a Caruso della tromba. E noi che, grazie al  “Viotti d’oro” del Quartetto, avevamo avuto modo di ascoltare due trombettisti jazz di livello mondiale (Dizzy Gillespie nel 1986 e Paolo Fresu nel 2016) attendevamo con trepidazione il primo incontro ravvicinato con una tromba d’oro “classica”.

Ne siamo usciti increduli, perché ammaliati o ammirati o trasecolati è riduttivo. Nel programma del concerto che ci è stato consegnato all’ingresso, il sagace Attilio Piovano e Cristina Canziani sono andati a scovare una frase del “San Francisco Chronicle“ su un concerto dell’artista russo che dice in modo perfetto le sensazioni di tutti noi, poco fa, a teatro: “Sergei Nakariakov suona la tromba nel modo in cui tutti noi respiriamo – se siamo fortunati”.

Uno spettatore particolarmente arguto ha notato che egli impugna la tromba come si abbraccia un figlio e noi, proprio oggi, abbiamo visto un bellissimo documentario su Fausto Coppi che ci ha consentito di rilevare  ancora una volta il connubio ai limiti del possibile tra l’uomo (nella fattispecie un corridore) e lo strumento utilizzato per gareggiare nel suo sport: la bicicletta. Coppi e la sua “Bianchi” erano una cosa sola, indistinguibile. Dunque potremmo anche dire arrischiando, ma non troppo, che questo trombettista irreale è anche il Coppi della tromba.

Terminata la gamma delle lodi a un artista sommo, aggiungiamo che il concerto è stato bellissimo. Forse accorgendosi che il programma originario sarebbe stato troppo corto, Guido Rimonda vi ha aggiunto una magnifica esecuzione della Sinfonia 29 k 201 di Mozart. Sempre da sola, e sempre diretta da Rimonda, la Ducale ha poi suonato un delizioso Boccherini (la Sinfonia in re minore detta “Della Casa del Diavolo), mentre Nakariakov è entrato in campo nel prima parte del concerto con un flicorno per eseguire la propria trascrizione del Concerto in do maggiore per violoncello e orchestra dei Haydn. E’ quindi ricorso alla tromba per spedirci tutti su montagne russe più alte dell’Everest con le Variazioni di Jean-Baptiste Arban, ed è tornato alla pastosità del flicorno per il bis, l’Aria sulla quarta corda di Bach.

Inutile aggiungere  che il pubblico l’avrebbe ascoltato fino a notte inoltrata e che tutti pregustano un ritorno nei prossimi Viotti Festival magari già in quello del 2020/21. Ci contiamo Rimonda & Canziani, sappiamo che siete adusi a compiere miracoli.

Edm

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