Un Pro spenta pareggia con la Union Clodiense

Una Pro Vercelli scialba e rinunciataria getta alle ortiche un gol di vantaggio e due punti pesantissimi, al cospetto di un avversario volonteroso e caparbio, ma certamente non trascendentale. In campo, si è vista una Pro spenta, incapace di sviluppare trame di gioco efficaci e che, sul fronte offensivo ha vissuto quasi esclusivamente su guizzo dei singoli, come ad esempio l’incursione alla mezz’ora di Vigiani, il cui destro a botta sicura viene respinto in maniera evidente con un braccio da Salvi, a pochi passi dalla linea di porta. Rigore ineccepibile, trasformato da Capitan Gianmario Comi, premiato prima della gara per le 51 reti segnate in maglia bianca, record di Silvio Piola eguagliato. Per il resto poco altro; nel primo tempo, alquanto soporifero, i bianchi si rendono pericolosi solo prima del gol con un colpo di testa del solito Comi, neutralizzato con affanno dal portiere Veneto Gasparini e una rete annullata agli ospiti per evidente posizione di offside di Sinani.

Nella ripresa, invece di provare a chiudere i conti contro un avversario non certo irresistibile, la Pro si “addormenta”, arretra il proprio baricentro e viene schiacciata nella propria metà campo dagli ospiti che però, nonostante gli sforzi profusi, non riescono quasi mai a impensierire seriamente Rizzo. Il fortino vercellese, nonostante una difesa che, come di consueto non appare per nulla granitica, resiste però solo fino al minuto 87 quando, inevitabile, arriva il patatrac: corner dalla sinistra di Maniero e stacco vincente di Sinani, che si alza indisturbato in mezzo a un mugolo di difensori vercellesi tramutato per l’occasione in statue di sale, e infila il pallone nell’angolo lontano dove Rizzo non può arrivare. Un gol che conferma, se mai se ne fosse sentito il bisogno, l’atavica idiosincrasia della retroguardia bicciolana sulle situazioni di palla inattiva.

Due punti gettati al vento quindi e più i un dubbio che si insinua lla testa dei tifosi vercellesi: quale sarà la vera Pro? Quella pugnace e schiumante furore agonistico del mach con il Lumezzane e del secondo tempo contro il Lecco o quella tremebonda e insicura dei propri mezzi vista in altre uscite? Ciò che ci si fatica a spiegare  la mancanza di mordente vista in molti dei ragazzi in campo; oggi, la “carretta” è stata irataoprattutto dai senatori della squadra, l’indomito Comi là davanti, l’inesauribile Iotti in mediana e un D Marino quasi commovente nel pacchetto arretrato. Sufficienza stiracchiata per Vigiani, Biagetti e Bunino, ma il resto della truppa è apparso ben lontano dalle giornate migliori. Un vero peccato, perché con una vittoria la Pro si sarebbe potuta issare in ottava posizione, un lusso per le aspettative di inizio campionato; ora invece, a quota 11 punti, ci si ritrova al dodicesimo posto in coabitazione con Pro Patria e GianaErminio e la necessità di tornare dalla prossima trasferta in quel di Trento con un risultato positivo, si tramuta a questo punto in un imperativo. Oltre naturalmente alla necessità di ritrovare una disposizione tecnico-tattica quanto meno decente,

Fabio Michelone

Qui di seguito, il tabellino della partita

PRO VERCELLI  ​​1

UNION CLODIENSE​   1

PRO VERCELLI: Rizzo (voto 6), Iotti 6,5, De Marino 6,5, Carosso 5,5, Sbraga 5,5, Biagetti 6, Vigiani 6, Louati 5, Schenetti5 ( 66’ Rutigliano 5,5), Bunino 6 ( 66’ Coppola 5,5), Comi 6,5. A disposizione: Passador, Lancellotti, Marchetti, Dell’Aquila, Emmanuello, Cugnata, Contaldo, Ronchi, Casazza, Condello, Iezzi, Clemente, Serpe. Aallenatore: Cannavaro (voto 5,5)

UNION CLODIENSE: Gasparini, Pozzi (90’ Sinn), Salvi, Nelli(71’ Verde), Morello, Serena, Sinani (90’ Scapin), Nessi, Lattanzio, Niang (56’ Maniero), Vitale (71’ Orfei), Agosti, Gasperi, Manfredonia, Barsi, Vukusic. Allenatore: Andreucci

ARBITRO: Fabio Pacella di Roma

ASSISTENTI: Andrea Rizzello di Casarano e Simone Mino di La Spezia

QUARTO UFFICIALE: Andrea Terribile di Bassano del Grappa

RETI: 31’ rigore Comi (PV), 87’ Sinani (UC)

AMMONITI: De marino (PV), Nessi, Sinani (UC)

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5 Commenti

  1. «Sior sì, balemo, devertìmose, zà che semo novizzi; ma la sènta, lustrìssimo, ghe voràve dir dó parolètte. Mì ghe son obbligà de quel che l’ha fatto per mì, e anca ste altre novizze le ghe xé obbligae; ma me despiase, che el xé forèsto, e co’l va via de sto liógo, no voràve che el parlasse de nù, e che andasse fuora la nomina, che le Chiozotte xé baruffante; perché quel che l’ha visto e sentìo, xé sta un accidente. Semo donne da ben, e semo donne onorate; ma semo aliegre, e volemo stare aliegre, e volemo balare, e volemo saltare. E volemo che tutti posse dire: e viva le Chiozotte, e viva le Chiozotte!»

    (Lucietta, atto III, finale)

    (Wikipedia)

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