Suicida dal treno, Ferrovie apre un’inchiesta sulla frase shock: “Meglio lui che un altro”

Proseguono le indagini per capire esattamente le ragioni che hanno spinto ieri il ragazzo nigeriano di 33 anni a lanciarsi dal finestrino di un treno poco dopo San Germano (leggi qui). Il fatto che fosse senza biglietto infatti non pare sufficiente a far comprendere il raptus che lo ha portato ad aggredire gli agenti, a cercare di entrare nella cabina del macchinista, e poi ad aprire un finestrino e a gettarsi fuori mentre il treno era in corsa.

 

Il suo caso, inoltre, ha scatenato le discussioni, con reazioni anche molto pesanti e oltre le righe, sui social e tra le persone che abitualemnte frequentano la tratta.

Oggi, inoltre, Ferrovie ha annunciato di avere aperto un’indagine interna sull’episodio della dipendente che ieri mattina alla stazione di Santhià è stata sentita da alcuni passeggeri pronunciare una frase che ha suscitato scandalo e indignazione. “Meglio che sia morto uno come lui che un’altra persona” avrebbe detto la dipendente rivolgendosi ad alcune colleghe.

 

“Riguardo alle dichiarazioni che sarebbero state rilasciate da una dipendente della stazione di Santhià, il Gruppo Fs Italiane precisa che il contenuto di tali frasi non corrisponde nel modo più assoluto ai valori dell’azienda, da sempre attenta al rispetto delle persone, a prescindere dallo stato sociale o dalla provenienza” scrive Ferrovie in una nota ufficiale.

Intanto l’azienda sta cercando di risalire alla dipendente in servizio ieri per ascoltare anche la sua versione e chiederle conto delle sue dichiarazioni.

Migliorano, infine, le condizioni degli agenti di polizia ferroviaria aggrediti dal nigeriano prima di buttarsi, uno con 10 e l’altro con 30 giorni di prognosi a seguito delle lesioni riportate tra cui morsi alle braccia e alle mani. Uno dei due ha riportato anche la frattura di un dito della mano.

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