Il sindaco Maura Forte, l’assessore ai Lavori Pubblici Michele Cressano e il direttore del settore Sviluppo Urbano ed Economico del Comune di Vercelli Liliana Patriarca hanno illustrato i cantieri che coinvolgono la chiesa di San Pietro Martire in via Dante e, in via Galileo Ferraris, l’ex chiesa di San Marco che ospita Arca, lo spazio espositivo che a marzo riaprirà i battenti per la mostra su Gaudenzio Ferrari.
La chiesa di San Pietro Martire fu costruita, come la osserviamo oggi, dalle monache benedettine di Lenta nel XVII secolo, inglobando un corpo di fabbrica anteriore. Nel 1769 fu arricchita con dipinti e stucchi da vari artisti provenienti da Lugano. Fu poi restaurata negli anni ’30 del Novecento e cessò la sua funzione di culto nel 1962, quando venne chiuso l’ospedale attiguo. La facciata è stata recuperata di recente, ma l’interno versa in precarie condizioni.
Proprio l’interno è oggetto del cantiere che poco alla volta riporterà l’edificio all’antico splendore. I primi lavori sono finalizzati all’installazione di un impianto di riscaldamento e di illuminazione. Solo in seguito si interverrà sulla superficie pittorica, ora molto degradata. Al termine del restauro San Pietro Martire verrà utilizzata come auditorium e come sala per esposizioni.
Subito dietro l’abside della chiesa si trova un locale la cui volta a botte lunettata è decorata con affreschi che risalgono agli anni ’60 del XVI secolo (come si evince dalla scritta su un cartiglio) e raffigurano dei putti e delle donne con strumenti musicali. Sul soffitto al centro altri quattro putti alati e un san Cristoforo che porta in spalle Gesù Bambino. Non si conosce ancora la funzione della sala.
Invece nell’ex chiesa di San Marco, la cui lunga storia risale fin dal 1266 (anno di inizio lavori), stanno operando i restauratori del Centro della Venaria Reale, gli stessi che qualche anno fa riportarono alla luce l’Albero di Jesse e le storie della Vergine nella parete di destra. Ora stanno lavorando sulla parete di fondo della navata di sinistra dove è stato scoperto un Sant’Antonio del 1400, scambiato inizialmente per un Cristo Redentore, la cui iconografia rimanda alla Madonna della Misericordia, cioè la grande figura che apre il suo mantello e protegge i fedeli, inginocchiati al suo cospetto. È stata pulita anche la decorazione geometrica dei costoloni della volta. L’intervento è stato reso possibile dalla Fondazione Cantiere Italia. Infine, stanno procedendo le operazioni per la posa della nuova passerella che porterà i visitatori all’interno di Arca.
Massimiliano Muraro