San Germano, si dimette la sindaca Rosetta

Si è dimessa la sindaca di San germano, Michela Rosetta. Con una nota del suo avvocato ha fatto sapere di “doversi concentrare nella difesa all’interno del processo che gli inquirenti vercellesi ritengono di voler portare avanti. Sono convinta – prosegue poi Michla Rosetta – di non aver mai posto in essere condotte illecite e di aver sempre rispettato i principi e le regole della gestione di ciò che è pubblico”. La sindaca leghista di San Germano Vercellese è agli arresti domiciliari nell’ambito dell’inchiesta sui pacchi alimentari degli aiuti Covid negati ai poveri e agli stranieri, o consegnati con alimenti di bassa qualità definiti dagli stessi amministratori “da sfigati” e di fare “figli e figliastri” distribuendoli invece a famiglie “amiche” con l’aggiunta di mazzancolle e altri cibi pregiati. Mercoledì dovrà presentarsi in tribunale a Vercelli per l’interrogatorio di garanzia.

Sabato scorso Rosetta era già stata sospesa per un anno e mezzo, con il passaggio delle redini del Comune alla sua vice Antonella Biancheri. Nell’inchiesta della Procura, con le accuse a vario titolo di peculato, falsità materiale e falsità ideologica in atto pubblico commessa dal pubblico ufficiale, abuso d’ufficio e distruzione di beni sottoposti a vincolo culturale, sono coinvolte altre quattro persone: il consigliere comunale, nonché ex assessore, Giorgio Carando, ripreso dalle telecamere mentre dal magazzino degli aiuti alimentari carica pacchi sulla sua Mercedes, e Maurizio Bosco, anch’egli consigliere comunale ed ex vicesindaco, per il quale è stato disposto l’obbligo di firma. Stessa misura per un dipendente comunale di 62 anni e un altro cittadino di 49. Con loro altri sette cittadini due appartenenti all’azienda edile che si è occupata della demolizione della ex chiesa del Loreto sottoposta a vincolo da parte della Sopraintendenza. La sindaca è anche accusata di aver discriminato una donna musulmana che, avendone diritto, aveva chiesto che nei pacchi alimentari non le fossero inviati prodotti che lei e i suoi figli non potevano consumare per motivi religiosi come carne di maiale e prosciutto. Quella richiesta, con tanto di insulti verso la donna che si era recata in Comune, l’aveva fatta finire in fondo alla lista delle famiglie da aiutare, la sua documentazione era stata distrutta e la donna non aveva più ricevuto i pacchi.

“In questi otto anni nei quali ha avuto il privilegio di guidare l’amministrazione comunale di San Germano Vercellese – spiega una nota scritta dal suo legale Roberto Capra -. Ha sempre agito nell’esclusivo interesse della popolazione, cercando di aiutare tutti coloro che versavano in condizioni di difficoltà e facendo buon uso dei denari pubblici. Il risalto mediatico dato alle note vicende ancora oggetto di indagine ha avuto l’obiettivo di provare a screditarne la persona e l’operato”. E ancora: “Dopo molto tempo passato a prodigarsi per il bene pubblico – prosegue la nota – è giunto il momento, per il rispetto che deve ai suoi familiari, di concentrarsi nella difesa all’interno del processo che gli inquirenti vercellesi ritengono di voler portare avanti. Con la dignità che ogni politico dovrebbe avere, assolutamente convinta di non aver mai posto in essere condotte illecite e di aver sempre rispettato i principi e le regole della gestione di ciò che è pubblico, convinta di riuscire a dimostrare la sua assoluta estraneità a qualsivoglia ipotesi di reato, rassegna oggi le sue dimissioni da Sindaco del Comune di San Germano Vercellese. Il suo impegno nei prossimi anni – dice l’avvocato – sarà quello di provare alla magistratura e alla popolazione di San Germano Vercellese che le accuse mossele da persone a lei da tempo avverse sono infondate, ingiuste e gratuitamente infamanti, finalizzate a distruggere la sua esperienza politica e amministrativa e dalle quali si difenderà con forza, consapevole di essersi sempre comportata con onestà e correttezza. Ringrazia tutti coloro che l’hanno scelto due volte come sindaco e che le hanno voluto bene, apprezzando un lavoro continuo e indefesso, portato avanti sacrificando ogni interesse personale e familiare”.

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1 commento

  1. A quanto pare possiamo dire con certezza che e’ possibile.. tutto e il contrario di tutto. Non c’e’ da stare allegri in tutti e due i casi. Diciamo, se vogliamo a tutti i costi essere ottimisti: sarebbe solo una conferma del “cattivo funzionamento” della politica o/e della giustizia. Speriamo di poterci capire qualcosa piuttosto presto. Dico, almeno su questo spettacolare caso. A me, leggendo anche da altre fonti, sorge un ulteriore amletico dubbio. Carando possiede una Mercedes o una BMW? La seconda dovrebbe avere un bagagliaio un po’ piu’ piccolo. Scherzi a parte, la questione e’ meno marginale di quanto puo’ sembrare, ma cio’, solo nel caso che l’errore non fosse della stampa ma risultasse dal verbale degli inquirenti. Sempre poi che in realta’ fi trattasse di una Dyane. Se il proprietario fa l’agricoltore, direi: Mercedes, se vive come un Playboy: BMW. Essendo di certo un leghista escluderei la Skoda o una Lada.

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