Vercelli – Gradito ritorno nella fascinosa chiesa di Santa Maria Maggiore, la Concattedrale di Vercelli, della Camerata Ducale Junior, la versione 4.0 di Camerata Ducale, formata da giovani under 18 cha ha già conquistato il pubblico vercellese con i precedenti concerti a partire dal pomeriggio del 16 settembre per la prima edizione di Viotti Day&Night fino allo straordinario concerto di Pasquetta, proprio in Santa Maria Maggiore.n Sarà la violoncellista Silvia Chiesa a rivestire questa volta il ruolo di maestro preparatore, svelato il programma da costruire ‘insieme’ alla giovane compagine; e così anche questa volta la CDJ farà breccia nel cuore dei vercellesi. Inizio alle 21 con ingresso libero, fino ad esaurimento dei posti.
Programma in bilico tra Barocco e Classicismo viennese con ben due Concerti grossi nella prima parte di serata dovuti rispettivamente al lucchese Francesco Xaverio Gedminiani e al britannico Charles Avison: pagine che, consentiranno di porre in luce le non comuni doti dei giovani violinisti (Giulia Rimonda, Nicola Di Benedetto e Doriano Di Domenico) in veste di violini concertanti. Il Concerto grosso infatti per sua stessa natura prevede l’alternanza tra il ‘tutti’ – l’intera compagine degli archi – ed il cosiddetto ‘concertino’, di norma per l’appunto due violini.
Quindi ecco una gradita incursione nell’universo austro-tedesco con l’amabile Concerto n. 1 per violoncello e orchestra di Haydn – e il nostro fedele pubblico ne ricorderà l’interpretazione a cura di Silvia Chiesa in occasione del concerto inaugurale lo scorso 18 novembre – ora affidato alle mani del giovane, ma già in via di affermazione, Davide Maffolini.
Sarà di certo una bella sorpresa trovarsi dinanzi ad un compositore e violinista di razza – Francesco Geminiani – tra i massimi violinisti della sua generazione assieme a Locatelli, Veracini e Tartini formatosi a Roma con Corelli e a Napoli con Alessandro Scarlatti; musicista geniale forse no, ma certo di solida creatività. Una vita avventurosa la sua degna di un film: Roma, Londra quindi in Irlanda, a Parigi, nuovamente a Londra e dal 1759 stabilmente a Dublino dove morì al termine di una vita segnata da onori e spese folli, indebitamenti, prigione, riconoscimenti e meritata fama. La sua insaziabile smania di collezionare quadri senza averne competenza lo portò infatti a vivere avventure senza fine. Dacché egli ebbe notevole familiarità con le superbe Sonate corelliane op. 5, che più volte eseguì negli anni londinesi, è facile comprendere come si sia deciso a ‘trascriverle’ (nel biennio 1726-27). Quanto ci viene proposto nella serata è l’elaborazione della Dodicesima sonata, la sublime Follia che magnificamente conclude la raccolta dell’op. 5: ventitré vertiginose variazioni, ora languorose, per lo più parossistiche, su un tema popolare di probabile origine portoghese, trattato con una maestria che ha del prodigioso e che l’elaborazione orchestrale di Geminiani in veste di Concerto esalta ulteriormente.
Forse ancor più sorprendente per alcuni una vera e propria scoperta il nome di Avison: una specie di Vivaldi britannico che di Geminiani a Londra fu allievo e sarà dunque così facile chiudere il cerchio. Seguendo l’esempio di Geminiani egli s’indusse a rielaborare, con abilità ed una cifra personale, Sonate cembalistiche scarlattiane all’epoca esistenti (talune oggi perdute), convertendole appunto in Concerti.
Il Concerto n. 1 per violoncello di Haydn è opera pregevole che gli studiosi presumono risalga al periodo 1761/65. A lungo dimenticato, fu ‘riscoperto’ nel 1961 da Oldrich Pulkert e pubblicato nel 1963; oggi è tra i più eseguiti. In esso lo scarno organico consente di porre in risalto al meglio il solista dalla duplice vocazione al virtuosismo e alla cantabilità..