Progetto per i calciatori speciali: per la Pro è come avere vinto un campionato

Da sinistra Sabatino, Smerieri, Casalini, Piola e Colognesi (foto Greppi)

“Il calcio è uno sport vario ed emozionate, tutti possono giocarlo”. Una vecchia frase negli appunti di Silvio Piola, ritrovata dalla figlia Paola. Potrebbe essere lo slogan della conferenza stampa in cui, questa mattina, nella sala stampa “Alby Dalmasso”, il presidente della Pro Vercelli Franco Smerieri, il presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Vercelli Aldo Casalini, l’assessore allo Sport Mimmo Sabatino,  la stessa Paola Piola e il presidente della società Ticinia Novara Daniele Colognesi (con l’allenatore della squadra Aspes di Milano, Ezio Pozzan) hanno presentato uno stupendo progetto che si propone di inserire sempre più giovani (e meno giovani) disabili nel mondo del calcio.

Un progetto di cui il presidente delle bianche, tra l’altro nel 130° anniversario della nascita dell’Unione Sportiva Pro Vercelli, si è detto giustamente “orgoglioso”.

Ma per capire la portata dell’evento presentato questa mattina facciamo un po’ di storia. Tutto parte da Daniele Colognesi, grande appassionato di sport e, soprattutto, grande persona che, ricevuta in eredità dal padre l’associazione sportiva calcistica Ticinia Novara incomincia a guardare il mondo delle persone meno fortunate, i disabili. In particolare, osserva una casa-appartamento di Novara che ospita disabili, e va a fare azione di proselitismo, invitandoli a sperimentare il gioco del calcio e mettendo così in pratica il pensiero di quel Silvio Piola che, allora, conosceva solo di nome: “Uno sport che tutti possono giocare”. Un’avventura che incomincia quindici anni fa e che Colognesi intraprende coinvolgendo tutte le persone affette da vari tipi di disabilità: fisica, cognitiva, persino ipovedenti.

Tra i campi dove queste persone incominciano a praticare il calcio, c’è la struttura di Novarello, dove Colognesi incontra Paolo Piola, che da sempre  coltiva gli stessi sogni. Paola, che è psicologa e che ha lavorato a lungo anche per il Servizio di neuropsichiatria infantile di Vercelli, è incantata dall’opera di Colognesi e decide di dargli una mano contattando la società calcistica nella quale il padre ha fornito le sue migliori prestazioni, dopo gli esordi nella Pro: la Lazio. Ed è appunto con la maglia della Lazio che la Ticinia Novara affronta il primo campionato di Quarta categoria, riservato ai calciatori diversamente abili. Campionato che viene ufficialmente riconosciuto dalla Federcalcio italiana (tra le primissime al mondo) con un protocollo sottoscritto il 31 ottobre 2019 con il Cip, il Comitato italiano paralimpico.

Ed è proprio notizia di questi giorni che la Ticinia Novara si è laureata campione d’Italia del terzo livello (il più elevato) del campionato di Quarta Categoria battendo nella finalissima di Milano gli “Insuperabili” della Juventus e aggiudicandosi lo “scudetto”.

Ma passiamo a Vercelli. Paola Piola ha aiutato Colognesi e collaborato con lui anche nell’assistenza medico-psicologica dei calciatori diversamente abili, ma adesso vuole fare qualcosa per la sua città, quella di suo padre. Così mette in contatto Colognesi con la sua amata Pro, e trova persone a sua volte splendide che raccolgono il messaggio: il presidente Smerieri, la vice Anita Angiolini, il ds Alex Casella, l’amministratore delegato Paolo Pinciroli, e la responsabile del marketing e comunicazione Vittoria Marando.

C’è una squadra milanese che disputa il torneo di secondo livello, la Aspes. Queste squadre vengono “adottate” dalle più importanti società professionistiche che non ne hanno una propria composta da calciatori diversamente abili: la Aspes, allenata da Ezio Pozzan, aveva come società di riferimento l’Udinese. Dal gennaio 2022 (perché il campionato incomincia all’inizio dell’anno) passa alla Pro Vercelli, che le fornisce tutto il materiale (divise, scarpe, attrezzature varie) per disputare il campionato, che si gioca sui campi milanesi: i giocatori sono tutti del capoluogo lombardo, ma, a detta di Pozzan e anche di Colognesi, sono euforici di indossare la gloriosa bianca casacca. Ed un giorno la Pro li invita ad assistere ad un match esterno di campionato a Gorgonzola: strappa un bel pareggio ed i giocatori della Aspes dicono in coro “Abbiamo pareggiato”.

E adesso, con la conferenza stampa di stamattina, la strada della Pro verso quest’opera di grande solidarietà si biforca: la società di Smerieri continuerà ad “adottare” la Aspes (come Pro Vercelli for Special) nel campionato di Quarta Categoria, ma nel frattempo, con l’appoggio della Fondazione Cassa di Risparmio di Vercelli (che ha messo a disposizione 10 mila euro, grazie alle sensibilità di Aldo Casalini, subito convinto dell’importanza del progetto, e del suo Direttivo), del Comune e dell’Archivio Silvio Piola, attiverà un grande lavoro di ricerca di giocatori autoctoni, rivolgendosi a tutte le realtà vercellesi che si occupano dell’assistenza ai disabili. Il tutto sotto la supervisione di Colognesi e di Paola Piola. L’obiettivo è quello di poter arrivare, un giorno, ad una squadra tutta vercellese di giocatori diversamente abili. Un atto fondamentale, in questa direzione, è la disponibilità offerta dalla Pro Vercelli di mettere a disposizione un terreno di gioco stabile, probabilmente all’”Ardissone”, due volte la settimana, per questi giocatori.

Nel frattempo, saranno organizzati corsi on line (tenuti da Colognesi, da Paola Piola, da medici, psicologi, etc) per “formare” ex allenatori, ex direttori sportivi, insomma uomini di calcio, che possano tornare utili a questa causa.

Infine, l’ultima settimana di settembre, allo stadio, sarà organizzato un torneo intitolato a Silvio Piola con squadre di giocatori disabili provenienti da tutt’Italia. Si spera di poter far disputare anche partire dimostrative di giocatori ciechi o ipovedenti. “E mentre si giocherà il torneo – ha detto Colognesi – faremo partire un open day per incentivare la partecipazione dei giovani e meno giovani che se la sentano”.

Con questo progetto, la Pro Vercelli ha già vinto il suo campionato.

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