“Ivan, eri uno di noi”. Saluggia dice addio al suo vigile del fuoco

 

“Eri uno di noi”. Erano in molti ieri a dire addio a Ivan Ferrero, il vigile del fuoco di Saluggia morto a 37 anni nell’incidente stradale avvenuto la sera di martedì 15 gennaio lungo la Provinciale 78 a Vestignè, nel Canavese.

Ferrero aveva appena terminato il turno di lavoro e stava rincasando alla guida di un Doblò, che ha terminato la corsa nella scarpata dopo un violento scontro frontale con un’Audi A3 proveniente dalla direzione opposta.

Il feretro partito da Ivrea dove era stata allestita la camera ardente e scortato dai colleghi vigili del fuoco è arrivato davanti al sagrato della parrocchia di San Grato ieri a Saluggia intorno alle 15 ed è stato portato a spalle dai colleghi in chiesa dove si è svolta la funzione celebrata da don Enrico Triminì.

I vigili del fuoco hanno letto la «preghiera del pompiere», un collega del turno C in forza al distaccamento di Ivrea ha ricordato Ivan come un ragazzo volenteroso e disponibile. Soprattutto sempre pronto ad ogni emergenza. “Una volta pompiere lo sarai per sempre”. Ivan Ferrero lo sapeva bene. Da sempre aveva sognato di poter svolgere quel mestiere. Ne parlava quando era piccolo con i genitori, ogni volta vestiva i panni del vigile del fuoco.

Abitava a Saluggia, nel Vercellese, e aveva ereditato la passione e la passione per quella divisa dal papà. Aveva vinto il concorso quattro anni fa dopo esperienze a Torino (aveva fatto il militare al distaccamento di corso Regina Margherita) e delle province di Torino e Vercelli.Ivan era innamorato della fotografia naturalistica, che gli portava via quasi tutto il suo tempo libero.  Aveva una predilezione particolare per la Scozia e le sue Highlands. E poi c’era la bicicletta, la sua Specialized Camber con cui andava sempre in giro.

“Non ci sono parole per esprimere la tristezza e per la sua perdita – dicono dal i vigili del fuoco volontari di Castellamonte -. Era una persona altruista e professionale’’.

Dopo la cerimonia, il feretro di Ivan Ferrero è stato nuovamente portato a spalle dai colleghi fuori dalla parrocchia: davanti c’era il capo squadra Riccardo Turino. Il feretro è stato poi caricato sull’autoscala.

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