Da Porqueddu a “Malafemmena”: un magnifico concerto del chitarrista Giovanni Masi

“Torno con grande emozione a Vercelli perché l’ultima volta che ci venni (due anni fa) fu per incontrare Angelo Gilardino”.

Lo ha detto il chitarrista avellinese Giovanni Masi, primo di incominciare il suo magnifico concerto questa mattina, al Parlamentino dell’Ovest Sesia, per i Green Ties organizzati dalla Camerata Ducale.

Masi ha vent’anni, ma sembra un adulto, per struttura fisica, davvero imponente, e, soprattutto per la sua grande maturità. Fin dagli esordi della sua folgorante carriera concertistica ha ammirato il chitarrista e compositore vercellese, anche grazie al suo maestro, Lucio Matarazzo, che Gilardino stimava tantissimo. Lucio Matarazzo è, con Aniello Desiderio, uno dei due chitarristi che hanno inciso il brano “Concerto di Sepeithos” di Gilardino, per due chitarre e orchestra, che attirò l’attenzione di Paolo Isotta che, parlandone entusiasticamente su “il Fatto Quotidiano”, lo pose al livello di una composizione di Stravinskij.

Ben indirizzato da Matarazzo e alimentando via via la sua passione per la musica di Mario Castelnuovo-Tedesco, Giovanni Masi approfondì lo stretto rapporto, anche epistolare che esisteva tra Gilardino e l’illustre compositore fiorentino costretto ad emigrare in America dopo le leggi razziali, decidendo, diciottenne!, di elaborare il progetto di un cd che accomunasse il compositore nativo di Asigliano e il “signorile umanista toscano”, come l’aveva definito Massimo Mila.

A Gilardino il progetto di questo giovanissimo chitarrista campano piacque, e non poco, ne fu ammirato ed oroglioso,  ed il cd adesso è uscito per le edizioni D’Addario. Si intitola “Ossequio a Los Maestros” e contiene brani sia di Gilardino sia di Castelnuovo-Tedesco, compresi quelli che Giovanni Masi ha eseguito questa mattina: di Gilardino, lo “Studio di Virtuosità e Trascendenza numero 18 “El Rosario” (Omaggio a Manuel De Falla) e lo Studio numero 5 (Omaggio a Béla Bartók); di Castelnuovo-Tedesco, tre dei 24 Capricci de Goya (compreso quello sarcastico pensato per Ildebrando Pizzetti) che, tra l’altro, scritti dal compositore fiorentino per Segovia, furono poi editi da Gilardino, dopo essere stati adattati per la chitarra su esplicita richiesta dello dello stesso Castelnuovo-Tedesco.

Il rapporto tra l’allora giovane chitarrista vercellese e l’affermato maestro costretto ad emigrare a Beverly Hills è stato ribadito da Masi anche nel concerto, con l’accenno al famoso dono che la moglie di Castelnuovo-Tedesco, Clara, fece a Gilardino dopo la scomparsa del marito: la penna stilografica con cui componeva.

Cristina Canziani cin Giovanni Masi

Masi ha eseguito magistralmente le musiche dei due compositori, aprendo il concerto con la prima esecuzione di un’opera che gli è stata dedicata dal chitarrista Cristiano Porqueddu (uno dei massimi interpreti degli Studi di Gilardino): “The fishing vlllage in the evening glow” (“Il villaggio dei pescatori si illumina la sera”). Quindi ha anche suonato Paganini e Giuliani, due capisaldi della chitarra classica tradizionale, per poi concludere con un omaggio alla propria terra: una deliziosa versione per chitarra di “Malafemmena”.

Un concerto magnifico, introdotto da Cristina Canziani (che ha pure ricordato, commossa, la figura di Angelo Gilardino) che sarebbe stato da non perdere, soprattutto da parte delle centinaia di giovani vercellesi che stanno studiando chitarra al Liceo Musicale, alla Vallotti, privatamente. Ma se lo sono persi e forse sarebbe il caso – su questa ormai acclarata idiosincrasia dei giovani studenti di musica vercellesi di frequentare i concerti anche quando i protagonisti sono loro coetanei di indubbio valore- di incominciare a farsi delle domande.

EDM

 

 

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