Più volte protagonista di aggressioni e atti di vandalismo: arrestato 21enne

Nel pomeriggio di giovedì della scorsa settimana, intorno alle 17, durante il servizio di controllo del territorio, personale della Squadra Volante della Questura di Vercelli, transitando in via XX settembre, ha notato una persona nota alla Questura riversa su una panchina pubblica in apparente stato di difficoltà. Sul posto era già presente personale sanitario, allertato poco prima da un passante e, pertanto, anche gli operatori della volante si fermavano per accertarsi delle sue condizioni di salute.

Il personale sanitario riferiva che la persona, un giovane, con un atteggiamento irrequieto e aggressivo, non si lasciava avvicinare né visitare. Veniva così richiesto l’invio sul posto di un’autoambulanza con medico a bordo.

Alla vista dei poliziotti, il soggetto iniziava ad agitarsi, inveendo nei loro confronti e mantenendo un comportamento irrispettoso e non collaborativo. Ai numerosi inviti rivolti dagli operanti ad assumere una condotta calma e rispettosa, lo stesso rispondeva con epiteti ingiuriosi e frasi minatorie, proferite in loro direzione e accompagnate da gesti scomposti e inconsulti.

Nel medesimo concitato frangente, l’uomo estraeva una lattina dai propri pantaloni e la scagliava con forza verso gli operatori, che riuscivano a evitarla, e cercava di colpirli.

Al fine di tutelare l’incolumità propria, dei soccorritori sanitari e del soggetto stesso, in osservanza del corretto impiego delle tecniche operative, gli operatori applicavano le manette di sicurezza e lo accompagnavano presso gli Uffici della Questura di Vercelli, per procedere alla sua compiuta identificazione e agli accertamenti di rito.

Durante le fasi di messa in sicurezza, mentre gli venivano messe le manette, l’uomo cercava insistentemente di liberarsi divincolandosi violentemente, e colpiva un agente della Polizia di Stato all’arto superiore destro, provocandogli una lesione personale giudicata guaribile in giorni 10.

Durante il successivo trasporto a bordo dell’autovettura di servizio, il soggetto continuava a dimenarsi, sferrando ripetutamente violenti calci e pugni in direzione degli operatori, colpendo la cellula di sicurezza dell’abitacolo e i cristalli dello stesso, danneggiandone uno.

Anche per l’intera durata della permanenza presso gli Uffici della Questura, persisteva nella sua condotta antisociale e violenta, danneggiando altresì la panchina in ferro sulla quale era posto, sputando e tentando di aggredire fisicamente gli operatori.

Al termine degli accertamenti, l’uomo, un ventunenne di origine marocchina, veniva tratto in stato di arresto per i delitti di resistenza a pubblico ufficiale e lesioni personali aggravate, e associato presso la Casa Circondariale di Vercelli in attesa dell’udienza di convalida e della celebrazione del processo con rito direttissimo.

La mattina del 6 ottobre, a seguito del processo tenutosi con giudizio direttissimo, allo stesso veniva applicata la misura cautelare dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.

Nella mattinata di martedì 10 ottobre 2023, però, personale della Squadra Volante della Questura di Vercelli e della Polfer in servizio presso la stazione ferroviaria vercellese, hanno dato esecuzione all’ordinanza di sostituzione della misura cautelare dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria con quella della custodia cautelare in carcere, nei confronti dello stesso uomo di origine marocchina che era stato arrestato il 5 ottobre dagli operatori delle Volanti.

L’aggravio della misura cautelare personale, richiesta dal P.M. procedente e disposta dal G.I.P., si è resa necessaria a seguito di altre azioni criminose realizzate dal ventunenne nei giorni scorsi.

Quest’ultimo, infatti, nonostante fosse gravato dalla misura dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, volontariamente non vi ottemperava, non presentandosi quotidianamente presso la Stazione dei Carabinieri di Arborio, come prescritto dall’ordinanza emessa il 6 ottobre all’esito del giudizio di convalida dell’arresto.

Lo stesso, inoltre, il 7 ottobre, a poche ore dall’arresto, si rendeva responsabile di violenze nei confronti del capotreno del treno regionale veloce n. 2012 Milano-Torino e, il 4 ottobre, il giorno precedente all’arresto medesimo, veniva deferito in stato di libertà per il delitto di resistenza a pubblico ufficiale, in concorso con altro soggetto ventitreenne di origine marocchina, fatti per i quali procedevano, rispettivamente, la Polizia ferroviaria di Vercelli e l’U.P.G.S.P. della Questura.

 

Martedì 10 ottobre, mentre il Pubblico Ministero richiedeva al giudice procedente l’aggravio della misura per il suddetto, personale della Squadra Volante interveniva per la segnalazione effettuata da un esercente commerciale dell’imbrattamento delle mura perimetrali della propria struttura ad opera di due soggetti di origine straniera, uno dei quali era il noto ventunenne.

Gli operanti, intercettati gli stessi, persone note a questi Uffici e riconosciuti nell’immediatezza in quanto responsabili dei fatti sopra descritti, procedevano a controllo di polizia per svolgere ulteriori accertamenti.

Considerato il contegno aggressivo e irrispettoso serbato agli operatori, lo stato di agitazione in cui versavano e l’insofferenza manifesta al controllo, i soggetti venivano sottoposti a perquisizione personale, che dava esito positivo, in quanto venivano trovati in possesso di merce della quale non sapevano giustificare il possesso né dimostrarne la proprietà, successivamente sottoposta a sequestro. Giunti in Questura per la redazione degli atti di rito, il ventunenne, arrestato il 5 ottobre scorso, persisteva nella propria condotta antisociale, cercando, con frasi minatorie e agiti aggressivi, di impedire il compimento degli atti d’ufficio degli operanti.

Terminati gli accertamenti, entrambi venivano deferiti all’Autorità giudiziaria in stato di libertà e in concorso tra loro per i delitti di furto e di deturpamento e imbrattamento di cose altrui. A carico del ventunenne, deferito altresì per violenza o minaccia a pubblico ufficiale, veniva disposta la già menzionata misura cautelare della custodia in carcere, eseguita dalla Polizia di Stato, che lo accompagnava presso la Casa Circondariale.

 

Love
Haha
Wow
Sad
Angry

1 commento

  1. Mi sembra che la custodia in carcere “ci stia”,
    perché favorisce la meditazione,
    ma anche per liberare numerosi posti di lavoro
    fra le FF.oo. e i sanitari
    e poter così prestare attenzione ad altri
    più o meno grossi criminali.
    Il ventunenne sta proprio in questo tempo
    raggiungendo quella che molti anni fa
    era considerata “l’età della ragione”: i 21!

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here