Pakistani: un vercellese li ha portati a dormire a casa sua. L’arcivescovo sollecita le istituzioni ad intervenire

Ecco le inutili tende portate da un vercellese di buon cuorfe

Vicenda di piazza Mazzini. Questo il riassunto della giornata di ieri. Volontari soprattutto del mondo cattolico, in azione per portare alimenti, sacchi a a pelo, impermeabili e quant’altro, visto che si prospettava la pioggia.

Un privato ha anche portato due tende, ma le forze dell’ordine sono intervenute e le hanno sbaraccate. Osservazione inevitabile: certo, nessuno può piantare abusivamente una tenda in un giardino pubblico, ma allora ci pensino le istituzioni a dare un tetto a questa gente. Osservazione, la nostra, pensiamo pienamente condivisa dall’arcivescovo Arnolfo che ha radunato le associazioni di volontariato e che ha deciso di sollecitare subito queste istituzioni ad intervenire, preannunciando che oggi cercherà di vedere il sindaco.

Dal “tavolo” convocato da monsignor Arnolfo è emersa anche la soluzione di una tenda da campo da montare o nel cortile del dormitorio oppure nella “manica” attualmente inutilizzata a Billiemme. Se sarò necessario, dopo la prima telefonata “informale”, monsignor Arnolfo spedirà una lettera ufficiale alle stesse istituzioni e un comunicato stampa ai giornali.

La mancanza di una soluzione “civile” nella città di Vercelli per queste persone, da parte delle istituzioni, ha sorpreso in modo negativo anche la Comunità di Sant’Egidio.

Ma veniamo alle novità sui numeri. Inizialmente i pakistani richiedenti asilo erano quindici, secondo le ultime informazioni otto sono stati finalmente accolti nei Cas, ma ne sono arrivati altri, e, attualmente, sono tredici. Il vercellese che già nei giorni scorsi si era reso protagonista di aiuti importanti e concreti, ha deciso di ospitarli per la notte a casa sua, regalandogli un tetto, evitando loro di dormire sotto la pioggia e quindi, com’era successo un anno fa ad altri richiedenti asilo, di andare a dormire sotto i portici delle Poste o del Comune.

E intanto un medico legato al Meic è andato a trovarli e venerdì li visiterà nel suo ambulatorio. Anche i Medici cattolici ci hanno fatto sapere di essere disposti a visitarli e, qualora fosse necessario, curarli.

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