Torino – È stata approvata questa mattina in Consiglio regionale la nuova legge che disciplina il governo della gestione dei rifiuti in Piemonte. Strumento che darà ai piemontesi “un nuovo sistema incentrato sui principi di razionalizzazione, di maggiore efficienza e di riduzione dei costi”.
Il provvedimento ha principalmente il compito di semplificare la disciplina di alcune materie in precedenza previste da più leggi, andando a semplificare il quadro normativo regionale.
Partendo da quanto previsto a livello nazionale dal d.lgs. 152/2006, per quanto riguarda la raccolta dei rifiuti, la nuova legge prevede la fusione degli attuali 21 Consorzi di bacino in 9 nuovi Consorzi di area vasta, attribuendo ai sindaci il compito di provvedere alle funzioni inerenti la prevenzione della produzione dei rifiuti urbani, la riduzione, la raccolta differenziata e il trasporto.
Secondo quanto spiega una nota della Regione, i singoli Consorzi di area vasta suddivideranno il proprio territorio di riferimento in “aree territoriali omogenee” funzionali allo svolgimento dei servizi (in prima attuazione della legge, queste saranno coincidenti con i soppressi consorzi di bacino previste dalla l.r. n. 24/2002), in modo da poter rispondere ai principi di efficienza, efficacia ed economicità. I Comuni potranno essere rappresentati nell’assemblea consortile del relativo ambito di area vasta anche attraverso l’individuazione di un rappresentante unico per area territoriale omogenea.
Per quanto riguarda, invece, la gestione degli impianti, la nuova legge sostituisce le attuali 8 Autorità Territoriali Ottimali provinciali (ATO) con un’unica autorità di dimensione regionale a cui attribuisce, in modo univoco, le funzioni di realizzazione e gestione degli impianti di recupero e smaltimento dei rifiuti a tecnologia complessa, comprese le discariche.
“Lo scopo principale di ogni singolo Consorzio di area vasta è quello di raggiungere gli obiettivi prefissati nel Piano regionale di gestione dei rifiuti urbani, approvato dal Consiglio regionale nel mese di aprile 2016 – dice ancora la Regione-. Il Piano prevede di raggiungere entro il 2018 la produzione annua di rifiuto indifferenziato non superiore a 190 chilogrammi per abitante ed i 159 chilogrammi pro-capite entro il 2020. Tali obiettivi sono procrastinati di due anni unicamente per la Città di Torino, in ragione della sua dimensione demografica e delle sue caratteristiche peculiari”.
La legge disciplina infine il tributo speciale per il deposito in discarica dei rifiuti, e provvede a ricondurre in capo alla Regione “le competenze relative alla riscossione dello stesso, il quale viene determinato in nuovi importi che tengono conto delle premialità da assegnare ai Consorzi virtuosi che conferiranno meno rifiuti in discarica e promuoveranno la riduzione degli stessi a livello generale. Si prevedranno, al contrario, sanzioni amministrative in caso i singoli Consorzi di area vasta non raggiungano gli obiettivi previsti dal Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti urbani”.
Per il presidente Sergio Chiamparino la nuova legge costituisce “un altro importante atto di programmazione che va a completare il quadro normativo del settore ambientale piemontese, fornendo certezze agli operatori pubblici e privati”.
“Si tratta di un grande risultato, raggiunto grazie al lavoro di anni e al coinvolgimento di tutti i soggetti interessati, in primo luogo i sindaci e le associazioni ambientaliste – afferma l’assessore all’Ambiente della Regione Piemonte, Alberto Valmaggia – Finalmente il Piemonte avrà un sistema univoco di gestione degli impianti a tecnologia complessa e delle singole discariche. In più, verrà portato a regime un sistema omogeneo per ogni territorio coincidente con le singole province e la Città Metropolitana, con cui verrà incentivata la riduzione dei rifiuti e il corretto trattamento di questi attraverso il riuso e la differenziazione, prevedendo un sistema tariffario incentrato sul principio che chi inquina di più paga di più”.
Sulla nuova legge che regolamenta la gestione dei rifiuti è intervenuto anche il consigliere regionale Gabriele Molinari sottolineando che il testo approvato “è significativamente diverso da quello iniziale, a seguito di numerosi incontri e confronti, con Sindaci e Amministratori di Comuni e Consorzi. Si supera l’estrema frammentazione attuale, passando da 21 a 9 Consorzi (da 8 a 2 nella Città Metropolitana), uno solo per provincia, con la città di Torino che fa ambito a sé. Allo stesso tempo non si rinuncia alla forma consortile e si dà massima centralità al ruolo dei Comuni, che continueranno, in prima battuta, a collaborare e decidere con i Comuni degli attuali consorzi di bacino, organizzati in area territoriale omogenea. Si crea un unico ambito omogeneo per la programmazione degli impianti dedicati, in modo che si possa assicurare una coerenza rispetto agli obiettivi del Piano Regionale Rifiuti, approvato nel 2016 dopo oltre 20 anni di attesa”.
“Ai Comuni e ai Consorzi si offrono strumenti per ottimizzare modelli di gestione e costi e nessuno pagherà al posto di altri – conclude Molinari -. Si punta alla tariffazione puntuale, per legare il riparto dei costi variabili all’effettiva produzione dei rifiuti. Si pongono obiettivi di riduzione nella produzione dei rifiuti e si punta all’effettivo riutilizzo dei materiali raccolti in forma differenziata. Penso si sia fatto un buon lavoro”.