Mozione unamine del Consiglio comunale a sostegno dei lavoratori della Cerutti (ma qualche critica dalle Rsu)

Vercelli – E’ passata all’unanimità dei 21 presenti (pochi di persona, quasi tutti collegati n remoto) la mozione di sostegno ai lavoratoti della Cerutti proposta dai gruppi di minoranza, fata propria anche da sindaco e maggioranza e quindi accolta da tutto il Consiglio, che si era riunito proprio stamane su questo specifico argomento.

I sindacalisti Terranova e Cossa collegati in remoto

Il Consiglio era stato inizialmente sospeso dal presidente Gian Carlo Locarni  (perché così prevede il regolamento) per consentire gli interventi di alcuni sindacalisti collegati in remoto (il segretario della Camera del Lavoro Valter Bossoni e Ivan Terranova, della Cgil)  e anche quello di Luigi Cerutti, a nome della proprietà aziendale. Tra l’altro da Cerutti è arrivata la novità importante dell’attenzione che si sta riservando al Centro ricerche dello stabilimento di Vercelli, che si cercherà di salvaguardare anche se lo stabilimento vercellese è destinato, come purtroppo si sa, a chiudere definitivamente dopo 51 anni.

Mancava, obiettivamente – essendo il Consiglio in remoto – la possibilità di un dialogo diretto tra consiglieri e sindacalisti. E, prima che si concludesse la discussione sulla mozione, è stato il capogruppo Michelangelo Catricalà a farlo rilevare, chiedendosi se fosse possibile fare domande e avere risposte dal sindacalisti. Essendo d’accordo tutti i capigruppo (interpellati da Locarni), il Consigli è stato così di nuovo sospeso nella parte istituzionale ed i sindacalisti hanno potuto rispondere ai quesiti sollevati da Catricalà

E qui c’è stata la parte meno rituale – e più sincera – perché è intervenuto l’esponente di una Rsu dello stabilimento di Verceli, Roberto Cossa che detto, senza mezzi termini, di non aver ascoltato, purtroppo “nulla di concreto”. “Ho ascoltato – ha detto – tante parole, molti complimenti, ma mi domando: alla città interessa ancora la Cerutti e ci sono progetti concreti per i lavoratori che non riescono ad entrare subito nella Newco di Casale?”. Cossa ha parlato poi in modo specifico del reparto Macchine dello stabilimento vercellese, destinato a chiudere – con il Servizio che verrà esternalizzato – nonostante sia considerato un eccellenza in Italia, e non solo in Italia.

Parole che hanno scosso i consiglieri comunali. Il sindaco Corsaro in parte aveva già risposto a questa amara considerazione, ricordando che, tra dicembre e gennaio, le cose stavano andando in tutt’altra direzione, con l’interessamento di gruppi esteri che sembravano intenzionato a rilevare la Cerutti, al punto che le procedure per il concordato erano state sospese. “Poi però – ha detto – quel castigo di Dio che è stato il Covid ha cambiato e carte in tavola, gli investitoti sono spariti e siano ripiombati in piena procedura concorsuale”. Ed è per questa ragione che, pure obtorto collo, con la mediazione dei sindacati (Terranova aveva spiegato benissimo la situazione durante l’assemblea dei lavoratori), proprio per evitare il fallimento, il 94 per cento dei dipendenti vercellesi aveva sancito l’accordo.

Dunque, una seduta ricca di spunti, anche grazie  a questa seconda parte perorata da Catricalà. Alla fine, la mozione è passata unanime. Prevede in sintesi i che venga percorsa “ogni azione a livello locale, in coordinamento con i livelli di governo regionale, nazionale e con il Comune di Casale Monferrato, al fine di prospettare opzioni per la salvaguardia dei posti di lavoro e il ricollocamento dei lavoratori”. Quindi l’impegno politico, in ogni ambito possibile, regionale e nazionale, per far sì che i lavoratori non rioccupati nella Newco abbiano tutte le tutele adeguate, puntando anche ad una proroga della cassa integrazione speciale prevista sinora sino al 31 gennaio 2021. Anche se su questo tema Ivan Terranova per primo ha osservato che ben difficilmente oggi una famiglia può vivere decorosamente con 700-80 euro al mese.

Un obiettivo sul quale sta lavorando il sindaco, ogni giorno in stretto contatto con l’assessore regionale al Lavoro Elena Chiorino è quello di avviare immediatamente corsi di formazione professionale per i 158 dipendenti non Nweco al fine di consentire loro un eventuale sbocco verso altre attività, pur con tutte le difficoltà che nessuno si nasconde visto che si tratta per una parte rilevante di dipendenti over 50.

Insomma, la situazione è molto problematica, la solidarietà funziona, in questi casi può essere considerata solo un palliativo, ma almeno è stata espressa e sindaco e giunta sono stati chiamati, con il voto sulla mozione ad esplorare strade concrete. Tutta la città si augura che riescano a trovarle e a percorrerle: sinora i loro impegno ha trovato consensi anche da parte dei firmatari della mozione, poi diventata unanime.

 

 

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