È morto a 75 anni l’ex sindaco Fulvio Bodo

È scomparso questa sera,  all’età di 75 anni, l’ex Sindaco di Vercelli Fulvio Bodo.

Bodo era ricoverato da tempo, a causa dell’aggravarsi della malattia che stasera gli è stata fatale, all’hospice di Gattinara. Lascia la moglie Roswitha Flaibani e i figli Giulia e Federico, nonché i due figli avuti dalla prima moglie, Massimo e Alberto e la nipote Alice.

 

Bodo era stato sindaco di Vercelli dal 1985 al 1992. Ricordiamo che allora non c’era l’elezione diretta del sindaco, che veniva scelto dai partiti che, in accordo tra loro, si alleavano per guidare il Comune.

Il primo mandato, dall’85 al ‘90 fu con un pentapartito guidato dalla Dc, che aveva ribaltato la maggioranza di centrosinistra dopo dieci anni (Baiardi sindaco per otto e Robotti negli ultimi due). Durante le due amministrazioni di sinistra, appunto con Baiardi e Robotti, Bodo – esponente di spicco del Psi – era stato assessore per dieci anni, prima ai Lavori Pubblici poi al Commercio e Attiività Economiche.

Nel 1990, sempre con il pentapartito, poi venne riconfermato alla carica di primo cittadino ma nel 1992 la giunta fu coinvolta nell’inchiesta sull’inceneritore che portò a degli arresti e Bodo terminò così la sua avventura da Sindaco. Al di là di ciò in molti lo ricordano per le non comuni doti politiche alla guida dell’amministrazione.

Su Fulvio Bodo – politico e sindaco – si possono dire tante cose. Un  fatto è certo. Era un uomo di grande carica umana. E gli amici veri non  lo hanno mai abbandonato, sia nelle traversie giudiziarie sia, negli ultimi tempi, quando, malato – prima per complicazioni cardiache, poi per un tumore che gli è stato fatale – sono andati ripetutamente a trovarlo.

Amici veri come Emanuele Caradonna, Franco Carcò, Roberto Scheda, Marco Barberis. Bodo li ha ricevuti in parecchi ospedali (nelle ultime settimane anche all’hospice di Gattinara), sempre con grande cordialità e sempre desideroso di parlare con loro di politica, la sua vera, grande e inesausta passione. In ultimo, sapeva di essere vicino alla fine, ma ha sempre affrontato con coraggio la malattia, dimostrando, anche nella fatale circostanza, tutte le sue doti di grande combattente.

Anche se la sua avventura politico-amministrativa si era chiusa nel modo traumatico che tutti sappiamo, c’è ancora chi ricorda le importanti opere concluse o avviate durante i sette anni in cui era stato sindaco, prima fra tutte il famoso scolmatore delle acque, infrastruttura di importanza cruciale per la città di Vercelli.

 

 

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