Morti nella Casa di Riposo: tutti assolti con formula piena

Pochi minuti fa, il giudice monocratico Cristina Barillari ha prosciolto con formula piena “perché il fatto non sussiste” tutti e quattro gli imputati che avevano scelto il giudizio abbreviato per le morti alla Casa di Riposo di Vercelli durante il primo, terribile, periodo della pandemia.

Dunque assolti il direttore amministrativo della Casa d Riposo Alberto Cottini, la direttrice sanitaria Sara Bouvet, la coordinatrice delle Oss Silva Ceruti e la direttrice generale dell’Asl di quel periodo Chiara Serpieri. Erano accusati di omicidio colposo e di omissione di atti d’ufficio.

Lo stesso pm, Carlo Introvigne, aveva chiesto il proscioglimento per tutti eccezion fatta per Chiara Serpieri, di cui aveva chiesto la condanna, ma anche per lei solo per l’omissione d’atti d’ufficio e non per omicidio colposo. Il collegio di difesa era composto dagli avvocati Aldo Casalini (per Bouvet) Massimo Mussato (Bouvet, Cerutti e Cottini) e Michela Malerba (Serpieri).

Questa la dichiarazione, dopo la sentenza,  dell’avvocato Massimo Mussato:

“Questo è uno di quei momenti, come mi sono trovato più volte ad affermare, in cui il processo penale non solo preserva la libertà personale e ribadisce il principio di innocenza, nella sua via più categorica, ma decreta, attraverso la stessa volontà ed espressione dello Stato, la restituzione della dignità all’imputato, sul piano personale e professionale.
Le tre persone che assisto escono da questa vicenda molto provate, certamente vittime di gravissime accuse che non meritavano, dopo avere messo non solo a disposizione tutte le loro risorse nel corso di questa drammatica pandemia nelle sue prime più difficili fasi, ma dopo avere addirittura messo a repentaglio la loro stessa salute e sicurezza, rimanendo in struttura e in servizio giorno e notte, ai limiti delle loro forze, in un momento storico in cui non esistevano mezzi di protezione, prevenzione o difesa contro quello che si è rivelato essere, anche nei tempi successivi, uno dei più grandi problemi mondiali dell’ultimo secolo.
Ora, attraverso questa sentenza, viene ribadita non solo la correttezza del loro operato, ma la loro professionalità, l’abnegazione, la serietà, lo spirito di sacrificio, l’incondizionata osservanza ai loro doveri, il tutto ben oltre ciò che si poteva umanamente pretendere.
Da domani, da oggi stesso, continueranno nel loro lavoro, a testa alta, come ogni giorno hanno fatto, per aiutare il prossimo, con la dedizione e la forza d’animo che hanno sempre dimostrato di avere”.

E questa quella dell’avvocato Aldo Casalini:

“Nell’attesa di leggere le motivazioni della sentenza, non posso che esprimere grande soddisfazione per la pienezza della formula assolutoria. L’Avv. Mussato ed io siamo sempre stati convinti dell’innocenza della nostra assistita, convinzione che ci ha indotto a scegliere il rito del giudizio abbreviato.

Desidero rivolgere un pensiero particolare alla Dott.ssa Bouvet, che, nel tentativo di arginare ciò che non era arginabile e pur avendo contratto la malattia, ha continuato, nonostante il suo stato di salute, ad interessarsi di ciò che avveniva in struttura, aggiornandosi e predisponendo documenti e protocolli da adottare in base alle varie linee guida e normative emanate”.

Tutta l’indagine era stata avviata dal sostituto procuratore Davide Pretti, anche dopo gli esposti di due consiglieri comunali di opposizione.

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1 commento

  1. Chissà se, in corso di indagini, si saranno intraviste responsabilità a carico di altri che si trovavano molto lontano da Vercelli, passibili di future commissioni d’inchiesta!?

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