Mercoledì in Sant’Andrea l’attesa rappresentazione dell’Entierro

Sant’Andrea ospiterà l’Entierro (foto Renato Greppi)

Per tutti a Vercelli, la “Fontione dell’Entierro” è soprattutto la grande riscoperta che ne fece, durante la Pasqua del 1986, con riproposizione l’anno successivo, l’allora assessore alla Cultura Angelo Fragonara. Tutto accadde perché, nel 1970, il compianto maestro di Cappella del Duomo, il raffinato musicista e musicologo don Dante Destefanis, trovò nell’archivio musicale della Cappella Eusebiana il manoscritto inedito di una composizione che il maestro Giovanni Maria Brusasco aveva realizzato nel 1714 affinché fosse rappresentata nella Chiesa di San  Marco (più tardi mercato coperto, oggi scrigno di Arca) il Venerdì Santo, a cura della Compagnia dell’Addolorata. Si trattava della sepoltura più sconvolgente della storia dell’umanità: quella di Cristo.

I coristi della Polimnia Arts Company

E’ certo che le origini dell’Entierro siano molto più remote di quelle accertate del 1714 quando il maestro di Cappella del Duomo Giovanni Maria Brusasco lo mise in musica. Infatti è addirittura datato XIV secolo (e c’è chi lo fa risalire al XIII), anche se solo verso la meta’ del XVI assunse la sua denominazione: risale infatti al 1600 la definizione di “processione del Santo Entierro delle Carmelitane Scalze di Madrid”. Osservò allora (nel 1986) don Dante Destefanis, discendente della grande tradizione dei maestri di Cappella Eusebiani, nonché principale artefice della riscoperta dell’Entierro vercellese: “Parallelo alla cerimonia di Madrid, esisteva anche un Entierro popolare più diffuso in Spagna e intitolato ‘Nuestro Padre Jesus Nazareno y Santo Entierro’. Oggetto di quella celebrazione non era più l’Eucarestia portata in processione dal Clero, come nel rito originario, ma un’effigie del Cristo morto, staccata dalla Croce e accompagnata al sepolcro da gruppi di fedeli che si chiamavo ‘pasos’”.

Serena Rubini durante il concerto del dicembre 2021 in Sant’Agnese

Ecco dunque che l’ Entierro, secondo don Destefanis, si tinge di una connotazione popolare: è la gente ad impossessarsi del rito, a farlo suo, mentre il clero assiste senza parteciparvi direttamente. L’Entierro spagnolo del XVI secolo può essere anche cantato o recitato, con brani d’obbligo come lo “Stabat Mater” e il “Miserere”. Così, e arriviamo all’opera di Brusasco, la tentazione dei musicisti di rivestire di note la «fontione» è forte, soprattutto quando l’Entlerro emigra nei Paesi vicini. In Italia si diffonde soprattutto li, in Piemonte e in Lombardia. Le ricerche di don Destefanis lo registrano a Romagnano Sesia, a Milano, Varese, Monza, nella vicina Svizzera (a Mendrisio) e, ovviamente, a Vercelli. 

Fonti storiche autorevolissime sostengono addirittura che l’”Entierro” sia il capostipite, o meglio l’avo, della più importante funzione del Venerdì Santo a Vercelli, una delle più singolari in Piemonte: la processione delle “Macchine”che in origine si svolgeva il Giovedì Santo, per spostarsi poi al Venerdì, quando l’Entierro già non esisteva più.

La presentaziome dell’evento (con tutta la Serttimana Santa) inComune

A legare i due eventi anche il luogo da dove partivano (e per quanto riguarda le “Macchine” da dove partono tuttora) le due Processioni: la basilica di Sant’Andrea. Con la scomparsa della Compagnia dell’Addolorata, l’Entierro si trasferì appunto in Sant’Andrea. Poi per poco meno di due secoli sparì, perché vietato dai vescovi (pare che spesso la rappresentazione si chiudesse ben oltre la mezzanotte con forme di ubriachezza generale poco consone al Venerdì Santo), ed ecco che riapparve lunedì 24 e mercoledì 26 marzo, sempre in Sant’Andrea, grazie ad Angelo Fragonara e all’Accademia Centoria. 

Battagion dirige la Polimnia Arts Orchestra

Quell’allestimento, ripetuto nell’anno successivo, non due ma tre volte, fu memorabile. L’allora giovanissimo architetto Luca Villani realizzò all’interno della basilica un gigantesco “Calvario” in legno e ferro alto dieci metri, tutto scale e cavità, dove si muovevano tre mimi. Roberto Sbaratto curò la regia; Gian Piero Marchlori e la sorella Rita erano rispettivamente fotografo e tecnico delle luci; delle musiche si occuparono due giganti come i maestri Vittorio Rosetta e il compianto Franco Perone. C’era quindi la camerata polifonica «Viotti» e quattro cantanti lirici solisti, specializzati in esecuzioni barocche. Alle loro spalle l’orchestra con quattro primi violini, quattro secondi violini, due violoncelli, un contrabbasso. Musiche, voci, luci e immagini fotografiche richiamarono l’attenzione del pubblico sul momento della sepoltura del Cristo, con un risultato memorabile.

L’anno dopo l’Entierro venne ripetuto il 12, 13, e 15 aprile. Guido Zamara si aggiunse come assistente alla regia (sempre di Sbaratto) e tra i figuranti c’erano volti assai noti come il componente della Banda Osiris Roberto Carlone e il maestro di percussioni Claudio Saveriano.

Nel 2006, nel ventennale della prima rappresentazione, l’assessore alla Cultura Pier Giorgio Fossale ripetè l’Entierro sempre durante la Settimana Santa e sempre in Sant’Andrea, ancora con la regia di Sbaratto e con l’inserimento del giovane e quotatissimo regista Matteo Bellizzi.

E arriviamo così a questa Settimana Santa e alla rappresentazione di domani sera, mercoledì, ancora in Sant’Andrea. Ne sarà protagonista l’Associazione Polimnia Arts company, nata nel 2021 dalla volontà dei soci fondatori  Lorenzo Battagion, Stefania Bellini, Anselmo Quartagno e Adriano Alberti Giani per unificare tre realtà presenti e consolidate sul territorio del Piemonte Nord Orientale: il Coro Lirico Viotti di Vercelli, la Corale Sant’Abbondio di Buronzo e la Corale di Calice, un piccolo Comune in provincia di Savona.

Presieduta da  Fulvio Bertoglio, Polimnia Arts è dunque un’unica grande compagine corale in grado di affrontare le meravigliose partiture dei grandi compositori che richiedono organici particolarmente numerosi, come appunto nel caso dell’Entierro. Nell’occasione, l’orchestra e il coro Polimnia Arts Company diretti da Lorenzo Battagion (musicista geniale e pure notevole baritono) saranno affiancati anche dalla Schola Gregoriana del Sacro Monte Calvario di Domodossola diretta da Pietro Mencarelli. I solisti saranno l’apprezzatissimo soprano vercellese Serena Rubini, il mezzosoprano torinese Rosy Zavaglia, il tenore astigiano Enrico Iviglia e il basso del Coro del Regio di Torino Enrico Bava. Gesù sarà rappresentato da Luca Vacchetta, Maria da Stella Gelardi. Altri due figuranti saranno Antonio Montalbano e Francesco Scalas.

Un’altra immagini del concerto del dicembre 2021 per la Lilt

La regia è firmata da un giovane, Lorenzo Mazzoletti, che è anche scenografo. Nessuna mega costruzione alla Villani: stavolta saranno le suggestive immagini ad evocare tutto il pathos della Sepoltura di Cristo, ovviamente con le musiche di Brusasco eseguite da un ensemble barocco di 12 elementi. Il pubblico sarà coinvolto perché verranno consegnate fiaccole per inondare la chiesa di luce al momento della Resurrezione.

Per dare un’idea della bravura e della professionalità di Polimnia Arts basti andare col pensiero alla sera del 20 dicembre 2021 quando, in Sant’Agnese, Coro Lirico Viotti, Corale di Sant’Abbondio e Coro di Calice, con l’orchestra diretta da Battagion eseguirono uno splendido concerto per la Lilt.

L’Entierro organizzato in collaborazione con il Comune, incomincerà alle 21, l’ingresso è libero. 

                                                                   ENRICO DE MARIA 

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