Lupo Bianco, i commenti – Scandurra: “Un film che traccia una strada, immagini che insegnano”

Carlo Olmo, alla Mostra del cinema di Venezia, davanti alla locandina del film sulla sua vita

Tra le centinaia di persone presenti alla Premiére del film ‘Lupo Bianco’ vi era anche Maurizio Scandurra, il singolare giornalista radiotelevisivo e saggista cattolico, che tra le latre cose ha avuto anche un ruolo nel film, interpretando sé stesso in un cameo nella parte del portavoce dell’avvocato Carlo Olmo, impersonato da un magistrale Sebastiano Somma.

Scandurra, al termine della proiezione, ha descritto le sensazioni che il fil Lupo Bianco ha suscitato in più d’uno: “Un’opera che commuove, con intrecci narrativi che disegnano teneri incastri anche nell’anima. La storia si snoda attraverso le fasi salienti del benefattore vercellese – spiega poi Scandurra -, con particolare riferimento agli snodi in cui il dolore vivo lascia spazio all’amore automoltiplicante. Ad un sentimento di viva umanità, di attenzione per il prossimo che si fa guida della vita di un uomo che ha imparato a fare tutto soltanto per il bene del prossimo. Trasformando i problemi in opportunità, le crisi in nuovi punti di partenza, avendo soprattutto ben chiara la meta”.

Maurizio Scandurra

L’opinionista, che ha svelato di aver collaborato anche alla stesura di alcune scene a sfondo criminologico, ha poi aggiunto: “Credo che, al di là di ogni evidente riconoscimento, il merito più grande del Cavalier Olmo sia indubbiamente quello di aver acceso con potenza i riflettori sulla strada maestra da percorrere in questo buio momento storico: aprire le mani, tenderle ai bisognosi, muovere il cuore senza interesse. Per amare davvero, e di più. ‘Lupo Bianco’ ha dimostrato come spesso il centro di un Paese in difficoltà sia chiamato a guardare con attenzione al sano risveglio delle periferie per prenderne a propria volta esempio. In questo lungometraggio pulsa ardente l’animo di una provincia e di una città che si è raccolta con gioia intorno alla figura di un mecenate umile e generoso, che il talento e la sensibilità acuta di un ottimo regista come Tony Gangitano e la penna sapiente di una sceneggiatrice delicata come Stephanie Beatrice Genova hanno saputo dipingere sul grande schermo con colori e tratti pacati, ma entrambi di grande presa magnetica per chi ha assistito e assisterà alle proiezioni. Vercelli e la Sicilia – conclude commosso Maurizio Scandurra – si uniscono così in un solo grande abbraccio che profuma di bellezza, e di carità”.

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