Importante appuntamento in programma per le ore 17 di sabato 9 novembre quando, nella suggestiva cornice del Salone Dugentesco, si terrà l’evento “Grecia e le altre – donne di speranza contro la violenza” incentrato sul libro che porta il medesimo titolo, incentrato su un tema quanto mai scottante e tristemente d’attualità, quello riguardante la violenza sulle donne. A compendio, interventi musicali con la soprano Serena Rubini, accompagnata dalla pianista Silva Poy e la Maestra di tai Chi Angela Oliviero.
Nel pomeriggio di oggi, presso il Salone della Accademia Shen Qi Kwoon Tai di Vercelli, alla presenzadell’Assessore Professoressa Gianna Baucero per il Comune di Vercelli, Gianni Paronuzzi Ticco per l’Associazione “12 Dicembre”, e Giuseppe Occhipinti, Editor delle “Edizioni San Paolo”, il Maestro Carlo Olmo della Kwoon Tai ha presentato il progetto che fa capo all’opera scritta a quattro mani da Monsignor Luigi Ginami, Presidente della Fondazione Santina Onlus e Valentina Alazraki, volto famosissimo del canale Tv messicano Televisa e decana dei vaticanisti, con 153 viaggi al seguito dei pontefici Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e Francesco.
“Quello della violenza sulle donne – ha osservato il Maestro Olmo – è un tema estremamente bruciante e questo libro, che è la voce di un progetto, nasce con l’obiettivo di portare un messaggio di speranza, di possibilità di riscatto sociale per le donne che subiscono violenza; un romanzo che porta alla luce situazioni drammatiche e le conseguenti reazioni delle vittime, piene di fede e dignità. Quest’opera vuole far nascere istinti di solidarietà, portare una luce, un messaggio nobile a tutte le persone vittime di questo fenomeno; in quest’ottica, sarà interessante vedere la risposta che darà la Città a questo richiamo”.
Significativo anche l’intervento dell’Assessore Gianna Baucero, che ha messo in evidenza la necessità di inculcare nelle generazioni più giovani i valori di civiltà e tolleranza, che in nessun caso possono essere prevaricati dalla violenza. “Ho appoggiato questa iniziativa – è il commento della professoressa Baucero – perché penso che il problema vada affrontato con decisione ma al tempo stesso con la giusta competenza, con cautela e delicatezza; non dimentichiamo che ci si trova di fronte a persone che hanno alle spalle storie e traumi terribili, difficilissimi da metabolizzare fino in fondo. Oltre alla violenza sulle donne, è nostro impegno civile combattere ogni forma di violenza, insegnando ai giovani i valori di civiltà e tolleranza, ad avere la pazienza di capire gli altri. Solo così sarà possibile gettare le basi per la costruzione di un mondo migliore di quello in cui stiamo vivendo, per la costruzione di un futuro che sia libero da questa piaga sociale. Dove c’è violenza c’è sofferenza, dove c’è violenza significa che qualcosa non va, ed è su questo aspetto che bisognerà lavoreare duramente”.
Anche Giuseppe Occhipinti, Editor delle “Edizioni San Paolo”, intervenuto in qualità di moderatore dell’incontro, ha sottolineato la grande valenza sociale dell’opera. “Gli ultimi dati divulgati dall’ISTAT – ha spiegato Occhipinti – parlano, in riferimento al solo territorio nazionale, di oltre 44mila donne che nell’ultimo anno si sono rivolte al Telefono Antiviolenza. Dietro a queste statistiche ci sono delle donne, ci sono dei volti, delle persone in carne ed ossa, con le loro storie, e una parte di esse sono contenute in questo libro. L’intento primario è quello di raccontare, sensibilizzare e dare un nome e cognome a queste donne; un libro che è si è trasformato in un evento costruito intorno al libro stesso, ai video e alle testimonianze dal vivo di alcune donne vittime di violenza, che condivideremo con tutti coloro che interverranno”.
Non è però facile per le donne vittime di violenza, parlare apertamente del proprio dramma, confidarsi, problema evidenziato da Gianni Paronuzzi Ticco, Presidente dell’Associazione 12 Dicembre. “Recentemente la nostra associazione ha inaugurato un Centro di Ascolto Antiviolenza, che si occupa di prevenzione e contrasto della violenza contro le donne. Una delle difficoltà che incontriamo più di frequente, è relativa al comprensibile impaccio iniziale, della persona maltrattata nel parlare del proprio disagio; obiettivamente non è facile, per tutta una serie di motivi, parlare con queste persone. In molte di esse è radicata una forte “paura del dopo”, ovvero di cosa potrebbe accadere una volta rimessi in libertà i propri aguzzini: dopo anni di soprusi e violenze subite, il timore che poi tutto ricominci come prima è reale. La speranza è che si faccia qualche passo avanti nella lotta a questa piaga sociale; la realtà dice che bisogna cercare di uscirne con le proprie forze, che la politica, nonostante le belle parole e i “decreti di propaganda” come il tanto sbandierato Codice Rosso, in realtà ci lascia purtroppo sempre soli”.





