Riceviamo e pubblichiamo
Cara Donna,
non riesco ad immaginare cosa provi, il dolore, l’amarezza, la sofferenza che ti inonda la mente e il corpo. No, non ci riesco, ma continuo a provarci perché è importante per te e tutte le donne che come te avevano tante speranze e sognavano un futuro insieme a un uomo di cui si fidavano.
Peccato che quel futuro si sia trasformato nel tuo peggiore incubo nel giro di pochi mesi.
Nessuna libertà, chiusa per giorni in casa, pedinata in ogni movimento, isolata da amici e famiglia, privata dei documenti, dei soldi. Ti sentivi completamente in sua balia, un suo oggetto che poteva rompere e rattoppare, giorno dopo giorno.
Lui però non sapeva che noi donne abbiamo coraggio, anche se a volte lo dimentichiamo. Il coraggio che ti ha sostenuta quando hai chiesto aiuto, hai letto una frase sullo scontrino della farmacia e un numero verde , all’altro capo hai trovato persone che ti hanno ascoltata, erano al tuo fianco quando sei entrata nelle aule del tribunale e hai scrutato il volto del magistrato che doveva giudicare la tua vita. Ti hanno detto di fidarti, gli hai raccontato la tua storia e hai vinto la tua battaglia.
Ogni anno, quando giunge il 25 novembre, giornali, televisione, social si affannano a tirare fuori dati, statistiche, parlano di armi per sconfiggere quella violenza che ti ha dilaniata, ha segnato la vita dei tuoi figli. Poi l’attenzione diminuisce, si parla di femminicidi come di fatti di cronaca, fino al 25 novembre successivo.
In tutti i 365 giorni dell’anno, sappi che puoi chiamare questo numero verde 800-324510, mi troverai pronta ad ascoltati, non ti chiederò perché non lo hai lasciato prima, ma ti farò i complimenti per esserci riuscita.
Ti farò conoscere persone che ti daranno un posto sicuro dove vivere, cureranno le tue ferite e ti aiuteranno a vincere la tua battaglia, perché il 25 novembre deve ricorrere ogni giorno dell’anno.
Lella Bassignana
Referente del Nodo Antidiscriminazioni della Provincia di Vercelli
la lettura è commovente e rassicurante
per le donne
e per chi ha un senso di giustizia innato
purtroppo tale prerogativa non è patrimonio
di tutti
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” (..) quando sei entrata nelle aule del tribunale
e hai scrutato il volto del magistrato che doveva giudicare la tua vita.
Ti hanno detto di fidarti,
gli hai raccontato la tua storia
e hai vinto la tua battaglia”.
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STUPRATORE AFRICANO GRAZIATO DAI GIUDICI
PERCHÉ PRIMA HA UCCISO LA VITTIMA:
“HA SOLO STUPRATO IL CADAVERE”
https://voxnews.info/2023/11/17/stupratore-africano-graziato-dai-giudici-perche-prima-ha-ucciso-la-vittima-ha-solo-stuprato-il-cadavere/